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La paura fa Sessanta

Buon compleanno John!

Carpenter fa il giro di boa, aspettando di tornare sugli schermi


di Roberto Leggio


Buon complenno John. Buon compleanno vecchio pazzo visionario. Grazie per il cinema che ci hai regalato, sempre con qualcosa da imparare. Sempre in prima linea tra gli indipendenti. Ancora grazie. John Carpenter compie sessanta anni. Non li dimostra affatto anche se il suo viso da ragazzino un po' invecchiato, comincia a sentire il peso dell'età. Come all'inizio della sua carriera porta i capelli lunghi, adesso tutti bianchi, e come all'inizio della sua carriera, ha sempre quello sguardo di chi sa di prenderti in giro. Ma anche farti morire di spavento. In oltre quaranta anni di carriera ha ridesgnato il modo di fare cinema, ha messo in moto il cinema indipendente, a volte vincendo, a volte fallendo completamente. Certo è che tutta la sua opera è entrata a far parte dell'immaginario collettivo. Basti pensare alla maschera bianca di Michel Myers di Halloween (riproposta in questi giorni da Rob Zombie nel prequel-remake-newquel dallo stesso nome), oppure l'eroe/anti-eroe Jena (anche se in originale è Snake) Plissken, di Fuga da New York. Ma potremmo citarne molti altri. Perchè le maschere che Carpenter ha creato, certo non si fermano qui.
Riassumere la vita artistica di questo autore suigeneris del cinema americano, è come andare sulle montagne russe. E' nato appunto oggi sessanta anni fa, in un paesino vicino New York, ma è cresciuro nelle campagne del Kentuky. Un luogo cardine, per decodificare lo stile ruspante che lo contraddistinguerà negli anni. E' ancora adolescente quanto comincia a giocherellare con la telecamera. Gira una serie di cortometraggi tra l'amatoriale ed il professionale, che hanno scarso rilievo, ma che già contencono i temi “carpenteriani”. Il suo primo vero lavoro arriva nel 1970 e si chiama The Resurrection of Broncho Billy. Si tratta di un cortometraggio che non solo piace alla critica, vince un premio e lo rende noto come autore indipendente. Con amici, l'anno dopo, scrive, produce, dirige e musica, Dark Star, una commedia di fantascienza che, facendo il verso a 2001, lo fa conoscere al grande pubblico. La consacrazione giunge con Distretto 13, le brigate della morte, western-noir metropolitano di attesa e morte, influenzato da un Dollaro d'Onore di Howard Hawks. Il film guadagna tantissimo e diviene un punto di partenza per molti filmmaker a venire. Da li in poi i suoi lavori entrano definitavemente nella leggenda del cinema. Il serial killer mascherato di Halloween, diventa una icona pop. Molte le initazioni, ma nessuna come l'originale. Fog, dell'anno dopo, riscrive le tematiche dei film di fantasmi; 1997: Fuga da New York,diventa sintassi di anarchia; e La Cosa, rimette mano all'alieno cattivo e “invisibile”, portando una ventata di novità nella fantascienza buonista di E.T. di Spielberg. Il film non sbanca i botteghini, ma il sombrero di Kurt Russell nelle nevi dell'artico fa storia. Meno anticonformisti e più “lavorati” sono Christine, La macchina infernale, tratto da un romanzo di Stephen King e Starman, opera matura ed incompresa con l'alieno polimorfo in cerca d'amore.


Nel cinema (siamo nei primi anni ottanta) si respira buonismo e Carpenter in qualche modo si adegua. Ed è proprio questo inversione di tendenza che gli fa segnare il passo. Sforna Grosso Guaio a Chinatown, commedia tra l'horror ed il kung fu, che non piace a nessuno. Il film esce per una grande major e il nome di Carpenter inizia ad appannarsi. Per ripicca, si reinventa e torna a dirigere a basso costo. Il primo è Il Signore del Male, dove riprende il tema dell'assedio di Brigate della Morte, e soprattutto Essi Vivono, forse il film più politico e anarchico di tutta la sua cinematografia. Il film non piace alla critica, ma gli afecionados lo fanno diventare un cult. Sua l'invenzione di vedere la realtà attraverso degli occhiali da sole. Tra alti e bassi, negli anni a venire (negli anni '90) dirige una manciata di film, tra cui i più famosi restano Il Seme della Follia, mix tra H.P. Lovecraft ed Edgar Allan Poe, il remake di Fuga da New York (questa volta a Los Angeles), Vampires e Fantasmi da Marte, summa intelligente tra western, horror e fantasy. Per ora sembra aver abbandonato il cinema, anche se si rumoreggia di un ritorno in sala con Psychopath, probabilmente un horror alla vecchia maniera. Molti suoi detrattori lo accusano di aver girato sempre lo stesso film, fatto sta che ha al suo seguito uno stuolo di ammiratori che lo rispettano tanto da averlo omaggiato con una filza di remake tratti dai suoi film. Ma l'originale è solo lui. John Howard Carpenter. Quindi buon compleanno e mille di questi orrori.


Cinematografia essenziale

The Resurrection of Broncho Billy (1968)
Dark Star (1974)
Distretto 13: le brigate della morte (1976)
Halloween, la notte delle streghe (1978)
Fog (1980)
1997: fuga da New York (1981)
La Cosa (1982)
Christine, la macchina infernale (1983)
Starman (1984)
Grosso guaio a Chinatown (1986)
Il signore del male (1987)
Essi vivono (1988)
Avventure di un uomo invisibile (1992)
Il seme della follia (1994)
Il Villaggio dei dannati (1995)
Fuga da Los Angeles (1996)
Vampires (1998)
Fantasmi da Marte (2001)
Master of Horror – episodio Cigarette Burnes – Incubo Mortale (2005)



(Martedì 15 Gennaio 2008)


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