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![]() La pesantezza del corpo e la leggerezza dello sguardo Lo scafandro e la farfalla Un capolavoro capace di andare oltre la malattia… di Roberto Leggio All’inizio c’è una luce bianca, abbagliante. Poi dei volti indistinti, nebulosi in una atmosfera spettrale. Quindi una voce, che non ha suono, ma anima. Un appiglio interiore nel quale ci si può solo rifugiare e dialogare con se stessi. Perché il nuovo “io” che emerge è ancorato ad un letto d’ospedale. Dal quale non potrà rialzarsi mai più. A meno che, l’io “pensante”, non stacchi dal suo scafandro e si levi leggero come una farfalla. L’odissea umana e psicologica di Jean-Domique Bauby, dinamico e carismatico direttore di Elle Francia, inizia quando si risveglia dopo un ictus devastante che gli ha reso inattivo il sistema cerebrale. Era il 1995 e da quel giorno la sua vita cambiò radicalmente. Vittima della sindrome locked in (mentalmente vigile, ma prigioniero dentro il suo stesso corpo), riuscì a comunicare con l’esterno solo attraverso il battito della palpebra dell’occhio sinistro. E costretto a confrontarsi con quest’unica via, si costruì un universo interiore per mezzo della memoria e dell’immaginazione, che sfociò in un libro, cronaca della sua “sventura, dettato parola per parola grazie all’apprendimento di una “rivoluzionaria” tabella alfabetica.
(Venerdì 15 Febbraio 2008) |
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