| |||||
![]() |
![]() Un capolavoro mancato di Marco Tullio Giordana Sanguepazzo Abuso dei flash-back e mancanza di pathos di Oriana Maerini Marco Tullio Giordana ha realizzato il suo sogno. Dopo 25 anni è riuscito a girare il film a cui teneva particolarmente. Aveva, infatti, iniziato a scrivere Sanguepazzo dopo la sua prima pellicola, Maledetti vi amerò. Ma all’inizio della carriera non trovo nessuno disposto ad investire molti soldi nel suo progetto che girò per i tavoli di una mezza dozzina di produttori e per due o tre volte arrivò fino alla fase della pre-produzione. La ragione per la quale Giordana ha, da sempre sempre, voluto fare questo film, ambientato in un periodo che abbraccia l’epoca fascista fino al periodo della guerra civile, risiede nel fatto che lui voleva parlare di quello che accade fra il settembre 43 e l’aprile del 45. Il regista ritiene che quelle pagine di storia siano cruciali per capire chi siamo anche perché se ne sente ancora, bruciante ed irrisolta, tutta l’attualità. Lo spunto per raccontare l’Italia di quei giorni è l’uccisione, il 30 aprire del 45, per mano dei partigiani di due divi del cinema dei telefoni bianchi. Oscaldo Valenti e Luisa Ferita, due personaggi la cui vita era dominata dal disordine. Vittime nella vita dei personaggi ribaldi e negativi che erano costretti ad interpretare sul grande schermo. Furono uccisi per dare il buon esempio perché si erano sempre comportati ignorando qualsiasi legge, quasi orgogliosi della loro dubbia fama. Senza un’accusa precisa ed un regolare processo.
(Domenica 25 Maggio 2008) |
![]() |
|||
|