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![]() Il secondo giorno è dedicato all’orso Yoghi Fiuggi Family Festival 50 anni del personaggio di Hanna e Barbera di Roberto Leggio ![]() Fiuggi. (FR) – La seconda giornata del Family Festival è nata sotto il segno di Yoghi. L’orso divoratore di torte alle mele, abitante del parco dello Yellowstone, inventato da Hanna e Barbera (creatori tra gli latri dei Flintstone), è tornato a divertire i bambini di oggi (che naturalmente non lo conoscevano) ed i loro genitori (bambini di allora), che invece lo conoscevano benissimo. Il suo ritorno è una sorta di evento, dato che proprio in questi giorni, si festeggiano i cinquanta anni dalla sua prima apparizione. A ricordare il suo compleanno, sullo schermo è passato un episodio lungo, un vero e proprio film dal titolo “La grande fuga di Yoghi”, che ha riproposto oltre al protagonista, anche l’orsetto pasticcione Bu Bu ed il ranger burbero (ma buono) Smith. Una pellicola che ha divertito grandi e piccini proprio come i suoi esordi. Ad ogni modo Yoghi sarà ancora protagonista Venerdi prossimo con un’ulteriore avventura. Questa volta dovrà salvare lo Yellowstone Park (e la terra) da un esercito (e loro cloni) di orsi spaziali. Sempre sull’onda dei cartoni nel pomeriggio è stata presentata in anteprima la serie Rainbow “Huntik”, che andrà in onda sulla rete televisiva Target Kids dal prossimo autunno. Ad ogni modo la giornata era iniziata con il poeta Davide Rodari, che ha spiegato come la poesia sia parte integrante del buon cinema. Infatti le metafore che una pellicola può raccontare sono molteplici. Ogni spettatore a bene vedere, può interpretare un’immagine, una sequenza, od addirittura una vicenda umana a proprio piacimento. Quasi una anticipazione della giornata di domani dedicata interamente ad Ermanno Olmi. Il grande vecchio del cinema italiano, arriverà nella cittadina termale a presentare la versione restaurata de “L’albero degli zoccoli”, film per il quale vinse esattamente trenta anni fa la Palma d’Oro. La storia poetica, umana e quasi sognante è quella di una famiglia di contadini bergamaschi durante un inverno del degli anni ’60. Recitato in dialetto locale, con attori non professionisti e presi direttamente dalle campagne, è un’opera esemplare, unica nel suo genere. Un film adatto a questo festival che cerca di riscoprire la famiglia come punto di riferimento, anche in modo sociale, in questo “periodo” in cui tutto è messo in discussione.
(Martedì 29 Luglio 2008) |
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