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Conferma la forza espressiva dei fratelli Dardenne

Il matrimonio di Lorna

Un film sul significato dell'amore


di Samuele Luciano


Il nuovo film dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne conferma la forza espressiva e morale di tutta la loro filmografia. Essi incoraggiano chiunque voglia fare cinema a basso budget: pochi attori (ma bravi), camera a mano, poche ambientazioni e ovviamente un ottimo script. Una buona storia scritta è l’elemento fondamentale per un successo di qualità, non a caso i due cineasti si sono aggiudicati quest’anno la Palma d’oro a Cannes proprio per la sceneggiatura.
Il matrimonio di Lorna racconta la vicenda di una giovane albanese, che sposa un belga tossicodipendente per ottenere una nuova nazionalità in quella che da tutti è riconosciuta come la pratica del “matrimonio bianco”: due persone vengono fatte conoscere dalla malavita e pagate per sposarsi e permettere a chi dei due è immigrato di integrarsi legalmente nella nuova comunità. Lorna riesce a diventare belga, ma secondo gli accordi deve ora perdere suo marito per poi risposarsi e consentire ad un altro extracomunitario di diventare belga. Lorna sa che non può fare altrimenti se vuole realizzare i suoi sogni e stare per sempre col suo vero uomo, Sokol. Ma per lei diventa sempre più difficile stare a guardare morire il marito drogato.



I Dardenne sono costantemente addosso alla protagonista, ma con un movimento di macchina più morbido rispetto ai film precedenti, forse per il fatto che stavolta hanno preferito il formato 35 mm al posto del solito 16, utilizzando quindi macchine più pesanti da tenere in spalla. La fotografia è quella dell’Europa nordica e gli scorci urbani in cui si muovono i personaggi rendono il film ancora più algido.
Ma quando Lorna (interpretata da una bravissima Arta Dobroshi) si spoglia nuda e stringe Claudy, mentre questi è in preda ad una crisi di astinenza, il film finora granitico viene squarciato da una moralità e un calore umano difficili da comunicare col mezzo cinematografico.
Ed ecco che il film culmina con una verità devastante: nella società contemporanea l’amore fa paura, è un imprevisto che guasta i piani, un difetto di procedura.
Raramente nel cinema di oggi si manifesta in modo così chiaro il significato dell’amore senza scivolare nella melassa.

giudizio: * * * *



(Venerdì 19 Settembre 2008)


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