 Difficile riesumare il western Appaloosa Ed Harris e Viggo Mortensen alle prese con un tema classico
di Pino Moroni Esattamente 50 anni fa Howard Hawks filmava “Rio Bravo” (Un dollaro d’onore, 1959) con John Wayne e Dean Martin, uno dei più bei western della storia del cinema: epico e minimale, claustrofobico e illuminato, con i suoi personaggi scolpiti nella memoria. Rappresentava la summa degli stilemi del genere, che si stava spostando nella spettacolarizzazione degli effetti e nella dissacrazione di Sergio Leone e degli spaghetti-western. Nel 1966 Hawks ne fece una riedizione con lo stesso Wayne e con Robert Mitchum, con il titolo di El Dorado. Un remake cosi a breve la dice lunga sulla grande crisi del filone americano più importante. Dopo ci saranno tante rivisitazioni: quella di Arthur Penn, poi di Sam Peckinpack, di Clint Eastwood, fino ai B movies di Andrew V. McLaglen.

Vedere Appaloosa di Ed Harris è come ritornare a quegli anni di crisi e nostalgia. La prima parte del film è infatti il remake di “Rio Bravo”, con il piccolo villaggio, il saloon, l’albergo e la prigione. La storia si svolge nel New Mexico nel 1982 e narra di due eroi (Ed Harris e Viggo Mortensen) che portano nel west la legge maneggiando le pistole. Sono assoldati come sceriffi per difendere la popolazione di Appaloosa dai soprusi di un ranchero molto cattivo (Jeremy Irons). Lo catturano, lo tengono in prigione. Ma i suoi uomini ed altre pistole facili sono in agguato.
Nei western classici la donna è la buona madre di famiglia o l’avventuriera di saloon. Qui la donna di turno (Reneè Zelwegger) vuole avere il suo focolare, ma bene in mostra di tutto il paese: il tipo di consumista presuntuosa che vuole impalmare il maschio più forte.

La seconda parte è girata invece “en plein air”, in quello che è rimasto del panorama western: c’è ancora il trenino delle montagne, il fiume dove abbeverare e fare il bagno, il gruppo sbandato di indiani, ma soprattutto orizzonti sconfinati e infiniti cieli americani e la sfida tra pistoleri all’Ok Corral in un villaggio messicano.
Poi la terza parte del film: il mondo cambia, prevalgono le logiche dei soldi e della politica, ed i due sono costretti l’uno ad adeguarsi, l’altro a cavalcare verso l’ovest e verso l’imprevedibile.

Difficile riesumare il western sapendo che è morto circa 50 anni fa. Ed Harris ha voluto fare un omaggio moderno al genere. Ha sbagliato due volte: intanto non c’è più l’originale del western. In quanto all’originalità moderna, questa è fatta purtroppo solo di trucchi, applicati alla trama, per attirare i giovani. L’autoironia dei personaggi spegne le tensioni emotive, e l’elemento donna che cerca il potere è la ripetizione delle note “donne in carriera” di Wall Street.
(Giovedì 22 Gennaio 2009)
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