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Per Hemingway un remake non bastò

Cinema-tendenze: il remake

Tre versioni di "Avere e non avere" in 14 anni


di Pino Moroni


Nel cinema si è sempre assistito ai “remake”, ossia alla riedizione di qualche classico di genere. Fra i più ripetuti sono le biografie filmate dei grandi condottieri (Ulisse, Alessandro, Cesare, Napoleone, ecc.), i grandi momenti di guerra (le crociate, le guerre europee, la prima e la seconda guerra mondiale), i grandi mostri (King kong, Godzilla, dinosauri, ecc.), i film catastrofe (in mare, in cielo, in terra, la guerra dei mondi).
Quest’anno dovrebbero ritornare molti film di fantascienza degli anni ‘50 (Ultimatum alla terra, Il mostro della laguna nera, ed altri).

Normalmente un remake si mette in cantiere quando dalla prima edizione sono passati almeno trent’anni anni. Ma c’è stato un caso, credo unico, in cui due remake furono fatti quasi in successione, dopo appena sei anni il primo e quattordici il secondo. Ed entrambi con buoni risultati.


Il racconto da cui erano tratti era “Avere o non avere” di Ernest Hemingway, i registi interessati furono Howard Hawks, Michael Curtiz e Don Siegel.
Il romanzo era stato pubblicato a New York dall’editore Scribner nel 1937. Era composto da tre racconti scritti in periodi differenti, ma con lo stesso personaggio Harry Morgan, capitano coraggioso, proprietario di una barca da diporto e con lo
stesso ambiente, quello delle isole Key, ultimo lembo di Florida a pochi chilometri da Cuba. Posto amatissimo da Hemingway, dove ambientò in seguito il famoso romanzo “Il vecchio e il mare”. Quello che faceva apprezzare il romanzo era l’atmosfera romantica, creata per un cinico, disincantato, dignitoso e perdente avventuriero, in un area in cui poteva avvenire di tutto.

Il successo di “Casablanca” (1942) di Michael Curtiz, e la guerra mondiale in corso (serviva alla propaganda di criticare i collaborazionisti francesi nelle colonie), fanno mettere in cantiere alla Warner Brothers , che ne aveva i diritti, la riduzione in film del romanzo di Ernst Hemingway “To have and have not” (1944, in Italia arriverà solo nel 1948 con il titolo: Acque del sud).


Si dice che il film sia nato da una scommessa fra Hemingway e Hawks, che erano amici. Una scommessa che entrambi vinsero. Howard Hawks adattando, in piena libertà, il romanzo di Hemingway (premio Nobel), con la sceneggiatura di William Faulkner (altro premio Nobel per la letteratura) e di Jules Ferthman, ne fa uno dei suoi capolavori thriller-avventura.
Distillandoci i suoi temi più cari, lealtà, ruvidezza, senso della giustizia e amore dei perdenti, in un luogo fuori del tempo e della realtà.
La storia si svolge a Fort de France, in Martinica, nel 1940. Harry Morgan (Humprey Bogart) e Eddy (Walter Brennan), un suo amico alcolizzato, portano a pesca i turisti americani. Morgan non crede a nulla , non ha ideali, ma finirà per schierarsi contro i cattivi collaborazionisti francesi dei tedeschi. Anche per rifarsi una vita con Marie, giovane avvenente americana (l’attrice Laureen Bacall che Humprey Bogart poi sposerà nella vita).
Famosa la colonna sonora di Hoagy Carmichael, con una canzone fortemente sensuale della stessa Bacall detta “the look” (lo sguardo).


Nel 1950 Michael Curtiz, che è alla ricerca di una rivisitazione più avanzata di “Casablanca”, con il titolo di “Breaking Point” (titolo italiano: Golfo del Messico) torna al romanzo di Hemingway, e con la sceneggiatura di Ronald MacDougall, ne fa venire fuori un film fedele nel testo e nello spirito dello scrittore.

Harry Morgan è John Garfield, che ne dà una grande caratterizzazione di perdente romantico, tra colpa ed espiazione. La storia si svolge in Messico, buona parte in magnifici esterni, tra amici fraterni (Juan Hernandez), mogli comprensive (Phillys Thaxter), contrabbandieri di uomini (Wallace Ford) e donne bionde e pericolose (Patricia Neal).
Con tematiche sociali sui neri e sull’emigrazione che sarebbero scoppiate molto più tardi.
Ne viene fuori un bel noir, un altro capolavoro del grande instancabile maestro.


Nel 1958 Audie Murphy, il soldato più decorato d’america, diventato attore di successo di film di guerra, western e polizieschi, vuole ritagliarsi un ruolo importante per la sua carriera e con la produzione Seven Arts prende contatti con Don Siegel per ridurre nuovamente il romanzo di Hemingway. Il film “The Gun Runners” (titolo italiano: Agguato nei Carabi) è ambientato nei giorni della rivoluzione cubana ed il capitano Sam Martin (Audie Murphy) trasporta questa volta trafficanti di armi. Senza fare inutili confronti, anche questo film si distingue per la bravura di un grande regista (sarà il regista dei film polizieschi di Clint Eastwood), la fotografia di Hal Mohr delle locations della Key West, lo stile secco e drammatico e la buona recitazione degli interpreti (Audie Murphy, Eddie Albert , Gita Hall, Jack Elam) ne hanno fatto un film di genere criminale, pieno di suspence.

In conclusione, da un romanzo tre film da rivedere, ognuno con il suo stile, con i suoi temi, particolari e caratteristiche cinematografiche, diretti da tre grandi registi.
In questo momento, in cui il remake è una delle principali tendenze del cinema, è in realtà molto difficile vedere un rifacimento che sia accettabile.


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(Lunedì 26 Gennaio 2009)


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