 Una trama che fa sangue da tutte le parti... Lasciami entrare Ma un film interessante per l’aura poetica che lo pervade
di Sandro Russo Non amo i film di vampiri. Perché, allora, mi sono ritrovato a vedere questo Lasciami entrare del regista svedese Tomas Alfredson, che tratta di vampiri? Forse per un trailer particolarmente accattivante e la pubblicità suadente, o forse perché il film deriva da un libro di cui avevo molto sentito parlare (“Let the right one in” di John Ajvide Lindqvist, autore anche della sceneggiatura).

E me ne sono pentito. A parte i due ragazzini che ne sono protagonisti – bravi e diretti benissimo – e malgrado lo sceneggiatore sia lo stesso autore del romanzo, la storia fa acqua (o meglio, sangue) da tutte le parti; irreparabilmente confusa nel delineare i personaggi. Certo, di sangue ne scorre molto, ma questo è nei patti, trattandosi di una storia di vampiri. Il problema è che la concessione di credito da parte dello spettatore, così come l’attesa di capire qualcosa, devono prolungarsi quasi oltre la metà del film. Questo si è disposti ad accettarlo (sulla fiducia) da Kieslowski o da Bergman - per restare alle stesse latitudini-, non da tutti i registi svedesi e non in un “film di genere”. Chi sarà mai il sottomesso servitore che va in giro a sgozzare incauti viandanti per la sua padroncina (anche se lei è ben in grado di pensarci da sola)? In che rapporti sarà con lei? Forse il padre – qualcuno ipotizza. E perché poi viene abbandonato al suo destino, senza che sia dato saperne di più? Tra le tante incongruenze ed i dubbi irrisolti, si sfigura con l'alotano, che è un anestetico volatile, non un caustico.

Ora, detto tutto il male possibile, resta da spiegare perché il film si sia aggiudicato il Tribeca Film Festival 2008 di New York e vari riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui l’apprezzamento al recente Torino Film Festival. Per un “incompetente” della materia, di più che limitata esperienza del genere, il termine di paragone è sempre con il più angoscioso della serie: The Addiction (“The Addiction – Vampiri a New York”, 1995) di Abel Ferrara. Lì il tema vampiresco si allargava ben presto ad una indagine metafisica sulla ineluttabilità del male da parte dell’uomo, e il film era spietato ai limiti del sostenibile. Niente di tutto questo in Lasciami entrare che ha con l’altro film - a parte il tema - qualche altro elemento in comune nel campo dell’etica vampiresca: la richiesta da parte del vampiro di una specie di consenso della potenziale vittima. Ogni vampiro potrebbe essere scacciato prima del morso; teoricamente c'è sempre la possibilità della scelta. Ma per Ferrara l'uomo è troppo debole e incline al male per non lasciarsi trascinare nell’abisso; mentre la scelta che muove il ragazzino a “lasciarla entrare” è diametralmente opposta, dettata da una compassione che somiglia all’amore.

Il fascino del film sta nell’aver saputo delineare con autenticità il sodalizio e l'empatia tra i due bambini-ragazzini, ovvero la delicata metafora del bisogno di amore, svincolata da limiti/confini di età, dalle famiglie e dalla stessa natura dei protagonisti. Il tutto nel paesaggio nevoso e livido della periferia di Stoccolma, in un freddo che irradia dalla pellicola al cuore dello spettatore, dove il sentimento che lega i due piccoli protagonisti è l’unico calore che può scaldare. E si vede come ad ogni età l’amore dà forza e coraggio, anche di affrontare i bulli della scuola, di reggere la rivelazione della natura dell’altra, e in definitiva la vita stessa.
Su questo filone ho poi capito cosa mi aveva attratto del film, a partire dalle immagini del trailer: l’aura quasi poetica che lo pervade, al di là del sangue e delle ‘ammazzatine’. Tanto da riuscire a non deludere il più pervicace e severo denigratore del genere.

Titolo originale: Låt den rätte komma in; tit. inglese “Let the right one in” Regia: Tomas Alfredson Interpreti principali: Kåre Hedebrant, Lina Leandersson Altri interpreti: Per Ragnar, Henrik Dahl, Karin Bergquist, Peter Carlberg, Ika Nord, Mikael Rahm, Karl-Robert Lindgren, Anders T. Peedu, Pale Olofsson, Cayetano Ruiz, Patrik Rydmark, Johan Sömnes Genere: horror Caratteristiche e durata: colore; 114 minuti Produzione: Svezia 2008 Distribuzione: Bolero film Uscita nelle sale: 9 gennaio 2009
(Mercoledì 28 Gennaio 2009)
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