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Wes Anderson riconferma la sua cifra registica

Il treno per il Darjeeling

Pellicola dal gusto originale e decisamente fuori dal comune.


di Stefano Mazzali


Questa pellicola che ci presenta l'eccentrico regista Wes Anderson (Rushmore, I Tennenbaum), narra di quello che vorrebbe essere per i tre fratelli Whitman un percorso mistico attraverso l'India a bordo del treno "Darjeeng Limited", ma che si rivelerà un esperienza ben più importante. In seguito a un pauroso incidente in moto Francis, il maggiore dei tre, pianifica questo viaggio nei minimi particolari, con lo scopo di recuperare il rapporto perduto con i fratelli, che in seguito al funerale del padre non si parlano da un anno .
I tre fratelli, ipocondriaci fino all'inverosimile e patologicamente diffidenti l'uno verso l'altro, riscopriranno il loro rapporto e proveranno insieme esperienze che li uniranno come mai era accaduto nella loro vita .
Come negli film precedenti, anche in quest'ultimo Wes Anderson riprende il tema delle difficoltà dei rapporti familiari e personali. La commedia lascia sempre spazio a riflessioni tutt’altro che
leggere, se si esce da una presentazione non convenzionale data dall 'inevitabile comicità di personaggi così fortemente caratterizzati.


Come per I Tennenbaum, il suo lungometraggio del 2001, anche qui il regista affronta il rapporto genitore figlio con un approccio per niente superficiale, analizzando come i comportamenti di una madre (interpretata da Anjelica Huston) possano influire sulla vita dei propri figli, condizionandola irrimediabilmente. Anche il tema dei rapporti sentimentali è presentato in una dimensione quasi morbosa e per nulla idealizzata. E' quasi un iperbole, a tratti grottesca, di quello che è una reale relazione amorosa dei nostri tempi. Fanno da sfondo a questa storia innumerevoli ed esilaranti personaggi minori: chiassose turiste tedesche, un intransigente capotreno, un' avvenente hostess ed un enigmatico passeggero indiano (interpretato dal medesimo attore che impersonificava Pagoda , il maggiordomo - simbolo della famiglia Tenenbaum). La cura dei costumi e delle scenografie, tutti rigorosamente in uno stile retrò, contrasta in modo piacevole con l’ambientazione contemporanea della commedia. La regia usa sapienti scene a rallentatore, che rendono i personaggi e gli ambienti quasi dei quadri in movimento. Lo sfondo paesaggistico dell’India, con i suoi colori e suoi costumi offrono allo spettatore uno spettacolo che già di per se vale il prezzo del biglietto.
Altro particolare rilevante è la colonna sonora anni 70 ideale per questo film, che dà il tocco finale a una pellicola dal gusto originale e decisamente fuori dal comune.
Tra il cast troviamo, oltre ai tre protagonisti, Owen Wilson (vecchio compagno di scuola di Wes Anderson), Jason Schwartzman, una sempre carismatica Anjelica Huston. C'è anche un cameo di Bill Murray, ormai onnipresente nelle pellicole del regista texano.
Originale è, inoltre, l'idea di far precedere il film da un cortometraggio intitolato Hotel Chevalier, che racconta uno scorcio di un'intricata storia d'amore interpretata da Natalie Portman e Jason Schwartzman, che è parte integrante del film e ne fa in qualche modo da introduzione.


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(Venerdì 20 Febbraio 2009)


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