 Torna al cinema con "L'ultimo Pulcinella" Massimo Ranieri Diretto da Maurizio Scaparro
di Oriana Maerini ROMA - Avrei rifiutato di fare questo film se non fosse stato Maurizio a dirigermi perché questa è una creatura nostra". così Massimo Ranieri spiega il perchè è tornato sul grande schermo per interpretare il ruolo di Michelangelo in "L'ultimo Pulcinella" di Maurizio Scaparro che uscirà nelle sale il 13 marzo. Il ricavato delle due prime, proiettate a Roma e a Napoli, sarà devoluto a sostegno della lotta dei giovani lavoratori dello stabilimento G. B. Vico di Pomigliano d'Arco del Gruppo Fiat. La pellicola, liberamente ispirata a un soggetto inedito di Roberto Rossellini ha già riscosso successo a Los Angeles e a Berlino, dove è stato acquistato dalla Spagna e da alcuni paesi dell'America Latina. Narra la storia di un rapporto problematico tra un ragazzo napoletano, costretto a fuggire in Francia perchè ha assisitito ad un delitto di camorra, e un padre (Massimo Ranieri), artista di strada, che guadagna con fatica la vita continuando a cantare e a recitare nelle piazze di Napoli "le storie di Pulcinella"."L'ultimo Pulcinella" è ambientato in una banlieu parigina ed è un film con un forte messaggio sociale: Michengelo, insieme al figlio, cerca di ricostruire, all'interno di un teatro, cun una umanità multietncia di giovani delle periferie, uno spazio dove continuare a cantare e a sognare.
Nel film suo figlio fugge da Napoli, che messaggio darebbe oggi ai giovani napoletani? Trent'anni fa Edoardo De Filippo lancio una provocazione ai giovani ed agli intellettuali napoletani dicendo: "Fiutivenne". Io non me la sento di dire ai ragazzi di andarsene dalla città. Dico invece di restare ma di restare e fare qualcosa, per far prevalere la 'napoletanità' sul 'napoletanismo'". Direi di resistere per cercare di salvare l'anima di una città bellissima che ha creato tanta cultura e tanti uominii di talento. Anche se vivo a Roma il mio cuore ed i miei affetti sono lì e, man mano che invecchio, mi piace ritornarci sempre più spesso.
Che ne pensa di Gomorra, ha visto il film? No, non ho ancora visto il film ma sono un estimatore ed un amico di Garrone. Ho apprezzato le sue opere precedenti e sicuramente amerò anche questa. Ho letto invece il libro e sono rimasto molto toccato, come tutti del resto, da questa lettura. Non capisco perchè un film sulla camorra dovrebbe scandalizzare o mettere in cattiva luce gli italiani all'estero. In America sono stati fatti decine di film sulla mafia e nessuno si è mai lamentato.

Che effetto le fa ritornare al cinema dopo tanti anni? Sono stato facilitato dalla conoscenza del testo ed ho affrontato quest'impresa senza ansie. Il cinema è stata la mia grande passione dopo la canzone. Quando ero bambino non potevo certo permettermi di andare a teatro ma andavo a vedere i western con John Wayne che era il mio mito. Dopo il successo nel modo della musica leggera sono stato catturato dal grande schermo grazie a Mauro Bolognini. Poi, dopo l'incontro con Peppino Patroni Griffi, ho capito che solo il teatro era il mezzo con il quale esprimevo il mio vero io. Del cinema mi piace soprattutto il dono dell'ubiquità; la possibilità di essere visti nello stesso istante in sale ed in città diverse.
Cosa ha in comune con la maschera di Pulcinella? Mi piace perchè è un ribelle; un personaggio che fa male perché ferisce con la lingua e non le armi. Pulcinella è divertente ma non stupido anzi, è intelligente ed ironico. Non posso dire di conoscere Pulcinella perché è misterioso però, nel momento in cui ho indossato quella maschera, come per magia, ne ho capito l'importanza, il peso, le ansie, le paure e il terrore che c'è dietro ma anche un grande divertissement.
Tornerebbe a fare pulcinella in teatro? No, oggi dovrei fare un pulcinella vecchio! Avevo 33 anni quando ho indossato la maschera per la prima volta e l'ho portata in giro per il mondo. E' stata un'esperienza esaltante ed ho raggiunto il record di 16 riprese in 16 anni ma viaggiare così intensamente non sarebbe più possibile.

(Mercoledì 11 Marzo 2009)
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