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Cine-filosofia (da quattro soldi)

Il "grande vecchio" di Gran Torino

Pensieri a margine dell’ultimo film di Clint Eastwood


di Sandro Russo


Certi film fanno venire pensieri che vanno oltre la sostanza del film stesso e portano altrove; anche molto lontano.
Il film è Gran Torino di Clint Eastwood, in questi giorni nelle sale.
L’innesco è venuto dall’eccezionale prolificità di questo grande del cinema e - forse - dalle scritte accattivanti della pubblicità del film viste sul giornale: “Eastwood: un regista che ringiovanisce invecchiando”.


Imperscrutabile Clint, di cui nessuno che lo avesse conosciuto ai tempi dei film con Sergio Leone avrebbe detto che ci fosse anche un cervello fino, dietro quella faccia dal ghigno sprezzante. Tanto che lo stesso Leone ebbe a dire in un’intervista: - Come scelsi Clint Eastwood? Per la verità, più che di un attore, avevo bisogno di una maschera, e Eastwood, a quel tempo, aveva due sole espressioni: con il cappello e senza cappello.
- Invece – racconta Sergio Donati, lo sceneggiatore di Leone – stava rubando con gli occhi; imparava un mestiere… E nessuno di noi se ne era accorto!

Esemplare Clint, per la sua ricchissima filmografia e per poter - noi spettatori - seguire la sua evoluzione umana attraverso gli anni, nelle sue opere di grande successo, come attore e poi come regista.


Ma la domanda è: avrebbe fatto Clint Eastwood - classe 1930 - due film come Million Dollar Baby (2004) e questo attuale Gran Torino se non fosse nel frattempo diventato vecchio e ancora più vecchio? Perché essi sono il seguito ideale uno dell’altro; lo stesso personaggio, indurito dalla vita, che si confronta con la morte.
Con analogie non casuali. Le figure di un figlio e di una figlia acquisiti, sentiti come un legame più profondo che non un figlio vero; il bilancio globale della propria esistenza; la protezione, il dono di sé; anche simili sono alcuni dei personaggi di contorno, come la figura di prete.

Clint sta facendo questi bei film non malgrado stia invecchiando, ma perché è invecchiato, e questi temi sono adesso per lui pressanti, ineludibili.
Perché le categorie e la visione del mondo cambiano nel tempo: lo vediamo nella vita di ognuno, prima ancora che al cinema. Ci sono stagioni della vita in cui un aspetto è talmente prioritario da sovrastare tutti gli altri. Penso a periodi come l’adolescenza e la scoperta del sesso che si fa in quell’età; allo stato d’animo della persona innamorata, o gelosa; a quel che succede se c’è una malattia importante.


Per ciascuna delle voci si potrebbero scrivere un romanzo o citare decine di film. In queste situazioni si operano della ultra-semplificazioni: si divide il mondo – che rimane ricco e sfaccettato – secondo categorie fittizie in accordo con la propria particolare necessità.
La vecchiaia è un’altra di queste condizioni: così coinvolgente che tutto sottomette alla sua presenza. La classificazione che spontaneamente si fa a questa età è dividere il mondo tra vecchi e giovani. E si può invecchiare bene o male.
Si possono odiare i giovani perché hanno ancora tutta la vita davanti; o farsi carico di proteggerli, e vigilare su di essi. Come fa il vecchio Clint in questi suoi due film.

Infine per lui, come per tutti, arriverà l’ultima antinomia, quella cruciale: tra la vita e la morte. Si possono specchiare, le vite di ognuno, nei film e sul volto di questo americano, scomodo e legnoso, ma comunque grande.
E si arriva alla sequenza conclusiva di Gran Torino: la resa dei conti. Una scena da manuale (rigorosamente da non rivelare): la sintesi di una vita.


Gli occhi stretti come a proteggersi dal sole (anche se è notte); i gesti lenti e solenni, poche parole. L’eterna sigaretta in bocca; la ricerca dell’accendino…
Abbiamo ancora davanti agli occhi la figura di Clint pistolero ne Il Buono, il Brutto e il Cattivo.
E quando si riaprono gli occhi dopo una tempesta di spari, si è certi che ancora una volta sarà riuscito a vincere lui… Il vecchio Clint!
Se non a vincere – non è di quei duelli che si possano vincere - almeno a beffarla, l’antica Nemica.


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(Venerdì 20 Marzo 2009)


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