 Horror mediocre basato sulla Bibbia Legion Dialoghi risibili e sceneggiatura senza credibilità
di Mirko Lomuscio Di angeli cattivi nel cinema se ne sono visti molti, soprattutto se prendiamo in considerazione la saga creata da Gregory Widen iniziata col film L’ultima profezia, una serie che al momento calcola cinque capitoli. Ora l’esordiente regista Scott Stewart tenta di portare sullo schermo una nuova lotta tra forze celestiali col titolo di Legion. Vigilia di Natale, la fine del mondo è vicina e la caduta dell’angelo Michael (Paul Bettany) sul pianeta terra ne è soltanto l’inizio. La profezia si avvererà in una stazione di servizio lontano da Los Angeles, sperduta nel deserto, tra la sabbia e la polvere del luogo, dove un gruppo di persone, tra cui il giovane Jeep (Lucas Black) e la sua compagna incinta Charlie (Adrianne Palicki), si troveranno ad avere a che fare con delle forze maligne scatenate da Dio stesso. Aiutati da Michael ed avvertiti da ciò che sta accadendo, queste persone lotteranno fino alla morte per far si che la fine del mondo non arrivi.

Il regista è caduto nella trappola: il rischio principale di quando si tratta un prodotto di genere, quasi horror, incentrato sulla Bibbia, è di cadere nel ridicolo. Ora la domanda è: come fa a prendersi sul serio un film dove per eroe abbiamo un arcangelo Michele armato di mitra e bazooka che sforacchia a più non posso più indemoniati possibili? Difficile rimanere seriamente coinvolti da una cosa del genere e non aiuta molto il fatto che Stewart abbia esagerato sulla spettacolarità delle scene. Purtroppo Legion si può considerarre solo un prodotto mediocre che rimanda a svariati film (oltre alla saga su citata de L’ultima profezia troviamo anche riferimenti al Brivido di Stephen King od a Il cavaliere del male di Ernest Dickerson) senza curarsi della credibilità della messa in scena. Colpa, questa, che va data soprattutto ad una sceneggiatura, scritta dal regista stesso assieme a Peter Schinck, infarcita da dialoghi risibili e momenti prevedibili. Tutto sa di già visto e gli attori, chi più chi meno, è lo stereotipo al quadrato del personaggio che interpreta; dall’angelo buono ma combattivo di Bettany (Il codice Da Vinci) all’eroico giovane di Black (The fast and the furious:Tokio drift) fino al papà ricco di saggezza interpretato dal veterano Dennis Quaid (The day after tomorrow-L’alba del giorno dopo). Una cricca di ruoli che vagano a vuoto in una trama poco soddisfacente. Non c’è niente da fare, un horror che vede coinvolti gli angeli del cielo in modo adeguato deve ancora nascere. giudizio: *

(Venerdì 12 Marzo 2010)
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