 A Roma, al teatro dell'Orologio fino al 25 aprile Sei una bestia, Viskovitz Giocando fra biologia e passioni umane
di Piero Nussio  Di cos'è fatto il teatro? Di una sala, anche piccola come quella microscopica dell'Orologio, a Roma). Di un palcoscenico, una scenografia, una musica, dei costumi. Ma soprattutto di un testo e degli attori.
Ne può bastare anche uno solo, come nel caso di Sei una bestia, Viskovitz, in questi giorni rappresentato appunto al teatro dell'Orologio di Roma.
Serve un testo, e il libro di Alessandro Boffa si presta perfettamente allo scopo: una lumaca con due sessi, un pappagallo che parla d'amore, un ghiro che fa sogni erotici, un cane antidroga buddista, un microbo con un complesso d'inferiorità, un leone innamorato di una gazzella, un camaleonte alla ricerca di sé stesso, uno squalo, un verme, uno scarafaggio... Viskovitz è ognuna di queste bestie e molte altre ancora, alle prese con le loro bizzarrie, nevrosi, vanità. L'autore, Alessandro Boffa, è invece un biologo e la sua formazione scientifica si sente, perché le sue storie assurde sugli animali sono perfettamente scientifiche e sempre correttamente motivate. Solo che, applicate a discorsi umani, prendono tutt'altro significato, molto meno tecnico..
«“Bevici sopra, Viskovitz” -“Papà, voglio smettere di bere”. -“Non dire sciocchezze, Visko, sei una spugna“. -“Che significa? Che dovrei stare tutta la vita appeso a questo scoglio a filtrare e vorticare acqua, come un vegetale?”».
 Se ci aggiungiamo un attore (nel caso è un'ottima attrice, Daniela Di Giusto) che prenda a cuore un testo del genere e lo reciti con la dovuta serietà, otteniamo il grande risultato dell'effetto "teatrale" sullo spettatore. Entri in sala quasi per caso, non sai cosa ti aspetti, ti guardi intorno e cerchi di scoprire cosa accadrà.
Accade che per merito dei costumi (deliziosi), delle luci o della musica, ma molto di più per merito del testo e della sua interpretazione, ti trovi a credere al dramma della lumaca innamorata, vivi il linguaggio volteggiante dei pesci, capisci (e lì c'è un po' di De Niro a cartoni animati) il dramma degli squali voraci, senti le povere spugne sottoposte alla corrente e ai cambiamenti di sesso.
 Quando finisce (dopo più di un'ora di spettacolo senza interruzioni) ci rimani male e –come i bambini- ti andrebbe di dire "Ancora, altri animali per favore!"
Poi, da bambino un po' cresciuto, ti accontenti, applaudi l'interprete e pensi dentro di te: «Chissà come sarebbe, la stressa attrice con le Cosmicomiche di Italo Calvino?». E,immaginandoti lo spettacolo,te ne vai lungo Corso Vittorio, in una serata d'aprile e di mezza stagione (di quelle che oramai non esistono più).
Teatro dell'Orologio sala Artaud Via dei Filippini 17/a dal 7 al 25 aprile 2010 feriali ore 21,30, domenica ore 18,00 tel 06 66875550 Teatro all'Orologio

(Giovedì 8 Aprile 2010)
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