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Si è conclusa ieri la prima edizione

Filmfestival sul paesaggio

Grande successo di pubblico e di critica per un "alto" momento culturale


di Antonella Pennino


Polizzi Generosa. (PA) Si è conclusa ieri la prima edizione del FilmFestival sul paesaggio che si è svolto nel cuore del Parco delle Madonie, definite da G.A. Borgese “gli appennini di Sicilia. Nel corso della Kermesse, alla quale hanno partecipato gli organizzatori di altri festival (Riace in Festival, Valsusa Filmfestival e Festival del cinema dei diritti), si sono poste le basi per la creazione di una rete di collaborazione fra organizzatori che hanno obiettivi comuni. L'intento è di porre l'attenzione, attraverso il messaggio cinematografico, sulle tematiche dei diritti umani, sulle politiche di accoglienza ed integrazione dei migranti, sulla valorizzazione del territorio. In particolare il FilmFestival sul paesaggio
si propone di promuovere e valorizzare il territorio offrendo al turista consapevole ed interessato l'opportunità di vivere una vacanza, da fruire tutto l'anno, che riesca ad approfondire la conoscenza dei luoghi nei suoi molteplici aspetti (culturali, paesaggistici e antropologici).
Nel corso dell'incontro per la promozione del distretto turistico-culturale delle madonie è intervenuto, fra gli altri relatori, Gandolfo Librizzi il quale ha posto l'accento sull'opportunità offerta da questa manifestazione di fare incontrare i territori non solo in ambito regionale ma anche nazionale. Il coordinatore nazionale di legambiente Maurizio Gubbiotti ha, invece, particolarmente apprezzato l'iniziativa soprattutto per le prospettive offerte per uno sviluppo futuro del territorio e ha auspicato una collaborazione con ”Castelli di pace”, un'iniziativa promossa da Legambiente per la valorizzazione dei piccoli borghi.
Ma ilFilmFestival sul paesaggio ha rappresentato anche un'occasione per valorizzare, attraverso numerosi incontri di approfondimento della sua opera letteraria, la figura del più illustre cittadino polizzano: lo scrittore e critico letterario antifascista G.A. Borgese , autore di spicco della letteratura del primo novecento.
E' stato, inoltre, presentato anche il progetto per il restauro della casa natale dello scrittore. Nell'ambito degli incontri sono intervenuti, tra gli altri: Ambra Meda del dipartimento di Italianistica dell'Università di Parma, Angelica Borgese, figlia dello scrittore e Dario Consoli che ha presentato il libro “Il peccato della ragione- Le origini intellettuali del fascismo”, opera da lui tradotta e commentata che non era mai stata editata prima in Italia ma pubblicata da Borgese nel 1934 a New York.
"La valorizzazione del paesaggio passa anche attraverso l'incontro con il cinema, la musica e la letteratura" - ha chiosato il direttore artistico del Festival - il quale ha anche sottolineato come le escursioni proposte dalla kermesse, svolte sotto il chiarore della luna, nella magica atmosfera gotica, all'ombra degli agrifogli giganti (descritti dal prof. Schicchi, botanico dell'universita' di Palermo), abbiamo valorizzato la conoscenza del territorio. Uno dei momenti più affascinanti del festival si è concretizzato nella lettura delle pagine di Borgese, ad opera dell'attore Alberto Nicolino, accompagnata dalle musiche di Giacomo Cuticchio Ensemble e dalla chitarra del maestro Antonello Ghidoni.
Altro evento culturale importante è stata la presentazione del libro “Trasite, Favorite” scritto da Chiara Sasso con la collaborazione di Giovanni Majolo. L'opera illustra l'esperienza realizzata nei paesi della Locride (Riace, Caulonia e Stigliano) dove gli immigrati curdi, iracheni e palestinesi hanno trovato accoglienza contribuendo alla rinascita di borghi ormai abbandonati e spopolati.
Ora parliamo, infine, di cinema: tre intensi giorni di proiezioni, svolte nella suggestiva cornice della scalinata della discesa del collegio, hanno caratterizzato la manifestazione cinematografica.
Fra le opere presentate in concorso chi scrive ha apprezzato in modo particolare l'afflato poetico del documentario Le libellule che descrive il ciclo vitale di questi bellissimi insetti che rischiano l'estinzione a causa dei cambiamenti climatici. Interessante anche l'originalità del messaggio di promozione del territorio veicolato dalla musica nel documentario Piemonte Symphony” e la descrizione della continuità di una tradizione de Gli ultimi Margari. Fra le opere viste nella sezione Il volto umano come paesaggio racconta gli incontri segnaliamo il documentario Le farfalleopera realizzata da 25 banbini di una scuola d'infanzia di Torino e Salim il cui messaggio di speranza punta sull'accettazione dell'altro e al superamento di discriminazioni legate al credo religioso.

Una scena di Be water, my friend di Antonio Martino,


Vincitori della Sezione “Il volto umano come paesaggio racconta gli incontri”
Scrutando i volti come paesaggi dell'anima, la giuria ha fissato quelli di Salim, Fatouma, Ioan Savu coi loro interlocutori silenziosi per leggervi, oltre i tratti coinvolgenti dell'accoglienza problematica e del vissuto individuale e sociale, i segni universali d'umanità provata che non demorde e prova a calcare nuovi sentieri pere ritrovare l'originaria identità: del cuore, dell'eterno, della storia.
Così, nell'ordine, i classificati a giudizio di chi, chiamato al dialogo valutativo, ha penetrato lo schermo, osservando dietro il muro gli esterni e interni del paesaggio siculo, risucchiandosi addosso alle colonne dell'edificio sacro, sedendo al tavolo di faccia all'eloquente sguardo proteso all'orizzonte:
1° premio: Encourage di Eleonora Campanella
2° premio: Salim di Tommaso Landucci
Menzione a Timisooara. I giorni della rivoluzione di Davide Sighele e Francesco Martino

Stando rigorosamente nei tempi, gli autori suscitano emozioni e lanciano messaggi catturando in vario modo e misura l'attenzione di chi non soffre a lasciare il bar, a smorzare la luce, a tacere per ascoltare la voce del silenzio.
Eleonora Campanella: sorprende con la poesia dei volti, malinconici, affranti ma composti; con la tenerezza del sublime rapporto madre-figlio che culmina in due nenie dolcissime, autentiche; con l'ineffabilità dell'amicizia, quella vera, che mette in pausa l'ordinario delle cose, degli affetti. I due intermezzi mediali discorsivi (Tg, telefonata) scandiscono e frazionano l'unità dell'insieme. Il sorriso finale luminoso rischiara il giorno della nuova vita garantendo la possibilità imperativa del messaggio (significativamente espresso con voce insolita "encourage").
Tommaso Landucci: ambienta in luogo sacro, di parte, la vicenda di una particolare conversione: la coscienza divisa del ladro adolescente d'altra cultura si ricompone a sorpresa nella spontaneità del gioco con le cose di Dio, irriverente e blasfemo per gli addetti, laboratorio per i semplici, i piccoli, quelli che riconoscono senza problemi la Sua paternità senza confini, qui esaltata dalla parallela orazione del cristiano e del musulmano. Pregevoli i chiaroscuri, le drammatiche sonorità della notte che evolvono col far del giorno ... e finalmente si apre la porta della chiesa.
Davide Sighele e Francesco Martino: prospettano la ricostruzione d'esperienza di un particolare momento storico, quello della rivoluzione rumena del 1989, proiettata e proposta a distanza dalla sobria ottimistica maestà dello sguardo del protagonista contesa dalla minuziosa concorrente esposizione verbale. Consigliabili sottotitoli in esclusiva espressione neolatina.
 
Vincitori della Sezione “Il paesaggio bene comune da preservare”

1° premio a Be water, my friend, di Antonio Martino, per la particolare sensibilità con cui ha trattato il paesaggio e le conseguenze umanitarie del suo cambiamento. Un linguaggio fluido e ben costruito alterna volti umani a quelli ambientali, nei quali è possibile scorgerne le ferite. Con una lucida ironia il regista ha saputo cogliere la centralità del messaggio per cui il paesaggio è un bene da preservare.
2° premio a Gli ultimi margari, di Tino Dell'Erba, per l'intuizione del tema e le dinamiche della storia che racconta il documentario., Il forte realismo attraverso cui si esprime l'autore cancella ogni traccia di spettacolarità e lascia parlare solo i gesti che racchiudono un passato millenario
La giuria ha deciso di conferire una menzione speciale a Piemonte Symphony, di Maurizio Bonino  perché è risultato essere un prodotto intessuto di una sottile poesia e una ricca e godibile costruzione visiva. Le immagini si fondono alla musica facendo trasparire la natura più profonda del paesaggio: il ritmo musicale primigenio che lo accompagna dall'origine del mondo.

Per opere che valorizzino il paesaggio da tutelare
Filmfestival sul paesaggio
E' uscito il bando di concorso
La dead line è per il 15 maggio 2010.



(Lunedì 5 Luglio 2010)


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