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Un interessante "mind-games" firmato da F.Gary Grey

Giustizia Privata

Nel cast anche Jamie Foxx


di Marco Lucio Papaleo


“Un uomo che ha perso tutto è capace di tutto”: questa è la tagline che accompagna la promozione di Giustizia privata, il nuovo film di F.Gary Grey.
Un'asserzione che è già stata usata in molti film dalle tinte più o meno fosche, ma che nelle mani di abili produttori e sceneggiatori come Lucas Foster e Kurt Wimmer assume connotazioni nuove e intriganti.
Clyde Shelton (Gerard Butler) è un onesto cittadino, vittima di una rapina in casa trasformatasi poi in tragedia. Dopo aver subito, in sede processuale, l'iniquo, ma apparentemente rispettabile patteggiamento grazie all'ambizioso procuratore Nick Rice (Jamie Foxx) scompare per dieci anni. Riapparire con un unico scopo: dimostrare come la giustizia amministrata dal 'sistema' sia fallace e fumosa. Comincia così uno dei più interessanti mind-games degli ultimi anni, con Shelton che riesce a tenere sotto scacco l'intero apparato giudiziario di una moderna città come Philadelphia; e Rice che cerca disperatamente di fermarlo riconoscendo, però, le limitazioni del sistema di cui fa fieramente parte.


Qual è il ruolo del “cittadino rispettoso della legge” citato dal titolo originale (law abiding citizen) e come questi reagisce alle eventuali -e purtroppo comuni- ingiustizie processuali? La tematica del film è assai interessante, e lo sviluppo della trama lo è ancora di più. Mostra, infatti, come, con ingegno e demagogia, si possa mettere nel sacco la giustizia. Non ci sono vinti né vincitori in questo spiazzante thriller poliziesco dove tutti sono vittime e carnefici. Il film supera le convenzioni poste dal genere e guarda anche a tematiche controverse, dibattute in alcuni albi di Batman o in manga come il celebre Death Note, con cui condivide più di una similitudine.
Il film ben realizzato e ottimamente interpretato dal premio Oscar Jamie Foxx e da un rivitalizzato Gerard Butler (mai prima d'ora così oscuro e cinico), si perde purtroppo nello squilibrio tra il carismatico personaggio di Shelton e l'imperizia di Rice, dal quale, vista l'importanza del ruolo, ci si aspetterebbe una diversa tempra. Un finale raffazzonato e “all'americana” delude poi le aspettative di chi si aspetta una risoluzione efficace e realistica della vicenda.

giudizio: * *1/2



(Lunedì 16 Agosto 2010)


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