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Presentato il documentario "L’amico magico” di Monicelli

Quando la musica è cinema

Nell'ambito dell'omaggio a Nino Rota al Teatro Olimpico di Roma


di Francesco Marghella


Roma. Non è solo un’operazione nostalgica quella a cui abbiamo assistito ieri sera al Teatro Olimpico di Roma. I documenti visivi proposti hanno fatto da altare ad una bellissima retrospettiva su Nino Rota, suggellata dal concerto della Roma Sinfonietta diretta da Pietro Mainiti, grazie alla quale abbiamo potuto ascoltare dal vivo le più famose musiche del Maestro.
Dunque uno spettacolo godibile, costruito attorno alla raccolta delle testimonianze di chi ha vissuto, studiato, lavorato, sognato con il musicista. Ed un motivo che sempre ritorna, ovvero l’inscindibilità della sua figura da quella del suo amico Fellini. Ma Rota è stato molto più che un compositore di colonne sonore. Come hanno mostrato le due proiezioni che hanno aperto la rassegna ospitata dal Teatro Olimpico per festeggiare i 50 anni de “La Dolce Vita”, è stato senz’altro uno dei principali protagonisti della scena musicale italiana del Novecento.
A tracciare un racconto della sua vita, privata ed artistica, rendendogli un delicato e affascinante omaggio, è Mario Monicelli con il suo documentario “L’amico magico”, datato 1999. Attraverso le interviste a diversi personaggi, come la sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico (scomparsa lo scorso luglio), che ha conosciuto il Nino “bambino prodigio”, ai suoi allievi, tra cui il Maestro Riccardo Muti, che lo ricordano affettuosamente come direttore del Conservatorio Piccinni di Bari, e attraverso il materiale d’archivio in cui appaiono lo stesso Rota e Fellini, il regista toscano, toccato anch’egli dallo spirito libero e fecondo del musicista, trasmette tutto il suo valore umano ed il contributo che questo ha lasciato all’arte cui ha dedicato l’intera esistenza.
Ha fatto seguito un dibattito particolarmente frizzante grazie alla presenza di Lina Wertmüller, che ha conosciuto Rota come compositore e come amico. Particolarmente interessante grazie all’intervento fuori programma di Luis Bacalov, che ha saputo raccontare i pregi musicali del suo collega e amico. Particolarmente coinvolgente, poi, per le parole che Marco Tullio Giordana ha speso nel cercare di raccontare dove sia finito, nell’era del più completo riflusso culturale, lo smalto che è stato degli artisti, registi e scrittori “cronisti” della società italiana all’epoca della Dolce Vita. Un dibattito che merita di essere seguito, soprattutto dai giovani, e che sarà sicuramente tema dei prossimi appuntamenti.


Per festeggiare i 50 anni della Dolce Vita
Quando la musica è cinema
L’Accademia Filarmonica Romana omaggia Fellini e Rota.
4 giorni di incontri e concerti al Teatro Olimpico dal 29 al 2 ottobre.



(Venerdì 1 Ottobre 2010)


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