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![]() Avventura gotic-dark per il Maghetto Potter Herry Potter e i doni della Morte – Parte Prima Aspettando la battaglia finale… di Roberto Leggio Il buio si avvicina e l’ombra oscura del Signore del male si allunga sul mondo. Così il maghetto Herry Potter,ed i suoi due amici più fidati Ron ed Hermione, dopo la “disfatta” di Hogwards sono costretti a fuggire nel “nostro” mondo reale, andando alla ricerca degli Horcrux, oggetti misteriosi dove Voldemort ha racchiuso pezzi della sua anima. Naturalmente, affrontando una spirale di peripezie sempre più dark e terrificanti, devono cercare di non finire nelle mani dei mangiamorte, ghermidori, il serpente Nagini e naturalmente il Signore Oscuro in persona. Alla settima avventura, I Doni della Morte, il nuovo film della saga per ragazzi più redditizia della storia, arriva al cinema in due parti, in quanto molto di quello che veniva narrato nel romanzo sarebbe rimasto fuori (basti pensare alla battaglia finale tra il maghetto e Voldermort, che da solo riempie la seconda metà del libro). Se ciò fosse accaduto, molti passaggi salienti sarebbero stati sacrificati, con lo scotto di non piacere nè ai fans della saga letteraria, e nemmeno a quelli della riduzione cinematografica. Quindi cavalcando la possibilità di incassi multimiliardari, si è pensato di rinviare il “gran finale” alla prossima estate, magari in 3D. Ma tralasciando le questioni di fedeltà e di economia che da dieci anni accompagnano le avventure del maghetto (arrivato finalmente all’età di transizione dei diciotto anni); il film di David Yates (che aveva già diretto il quinto ed il sesto della serie), si incanala definitivamente nei binari del gothic-horror (per quanto sia possibile), quasi a definire il senso totale dell’opera in se, cioè il difficile passaggio dall’infanzia all’adolescenza insita in ognuno di noi. Così i tempi rallentati, i silenzi, le tensioni che si vengono a creare nel trio (gelosie amorose, perdita di controllo, paura dell’ignoto) servono a mettere in scena un inaspettato romanzo di formazione. Con tutte le scelte che ciò comporta: Hermione ad esempio è costretta per proteggerli, a cancellare dalla memoria dei suoi genitori qualsiasi ricordo di sé. L’atmosfera è quindi cupa e contraddittoria, che magari si rende di difficile decifrazione per chiunque sia a digiuno dell’intera epopea. Il film, fatica a decollare soprattutto nella prima estenuante ora per i continui riferimenti a cose, persone e luoghi della storia pregressa; ma prende vigore nella seconda trance quando vengono ben circoscritti i confini della guerra aperta tra i maghetti ed il signore del male. I doni della morte, sono degli oggetti, importanti per la battaglia conclusiva ed il film finisce proprio al suo preludio. Abbiamo sette mesi per metabolizzare questa avventura… Il resto verrà da sé.
(Giovedì 18 Novembre 2010) |
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