 Cambio “di gestione” alla Casa del Cinema di Roma Il LaudAddio Another brick in the wall?
di Piero Nussio Felice Laudario, giornalista e manager del cinema, chiude con oggi la sua lunga direzione della Casa del Cinema a Roma, che aveva fondato e strutturato nel 2004.
A Cinebazar piace essere un po’ fatuo e mondano, amiamo le prime, i festival, gli eventi, le inaugurazioni. Il nome che ci siamo scelti è quello del Bazar del Cinema, di quella grande “fiera delle vanità” mondiale che per prima cosa spettacolo, e che se poi “castigat mores” ben venga, ma sempre ridendo.

Felice Laudadio Però stavolta non sembra che ci sia tanto da ridere. Niente da dire che Felice Laudario venga sostituito da qualcun altro, magari politicamente più vicino all’attuale sindaco di Roma. È lo spoil system, bellezza -direbbe Humphrey Bogart- e non puoi farci niente. Anzi, fra l’immobilismo dei tanti culi di piombo della politica, è l’unica possibile novità.
Qualcun altro, citando i Pink Floyd ed il loro film del 1982, dice che la giunta capitolina vuole chiudere tutti dentro casa a guardare qualche televisione e che si chiudono tutti i piccoli spazi all’aperto che c’eravamo lentamente meritati: l’estate romana, le notti bianche, il festival del cinema. Così la Casa del Cinema sarebbe solo “another brick in the wall” della trasformazione dei luoghi d’incontro in luoghi-zombie privatizzati.
Noi vorremmo solo che la Casa del Cinema rimanesse quello che dice il suo “nome in ditta” e si continuasse ad occupare di film, di cinema, di registi e di attori. Diretta da un critico di centro-destra? Ben venga, ma che sia amante del cinema ed esperto del nostro mondo. E che rimanesse pubblica, aperta e culturalmente viva.

La Casa del Cinema Si fanno invece i nomi dell’Unione Industriali e della Camera di Commercio, di società specializzate in fiction televisive. Forse è solo schermaglia politica, di un mondo troppo stupidamente diviso o di qua o di là.
Mister Alemanno, please: fra poco è primavera e per le strade romane ritornano i fantasmi di Gregory Peck e Audrey Hepburn a spasso in Vespa per le loro Vacanze romane. Chiami gli industriali a sponsorizzare la Vespa, ma ci lasci godere quel film del 1953 senza polemiche politiche. Solo col ponentino di Villa Borghese…
Abbiamo parlato molto spesso di ciò che succede alla Casa del Cinema:
(Lunedì 31 Gennaio 2011)
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