 I Vanzina propongono un nuovo capitolo del loro famoso thriller Sotto il vestito niente - L'ultima sfilata L'appeal del film risiede nell'atmosfera anni 80
di Mirko Lomuscio Nonostante sia famoso ai più per essere un autore di commedie, Carlo Vanzina, per quelli che non se lo ricordassero, è stato anche regista di un thriller di successo come Sotto il vestito niente, un’opera mistery ambientata nella Milano da bere degli anni’80 che ha riscosso la sua fama e che col passar degli anni si è guadagnata la sua aurea di culto, nonostante i risultati non facciano gridare al capolavoro. Ora, proprio nel fermento in cui qualsiasi commedia italiana sembri essere in vetta le classiche, il noto regista di Vacanze di Natale ripropone una nuova trama gialla con un titolo che riecheggia quel suo successo al di fuori dei parametri comici: Sotto il vestito niente-L’ultima sfilata, per la precisione non è ne un remake ne un terzo capitolo del film dell’85 (il secondo, del 1987, porta la firma di Dario Piana). Tutto comincia con la morte accidentale della modella Alexandra (Alexandra Burman), investita da un auto mentre era in giro con i suoi amici di scorribande. A capo dell’indagine ci si troverà l’ispettore Malerba (Francesco Montanari), il quale scoprirà man mano che, quello che all’apparenza poteva sembrare un incidente, in verità si tratta di omicidio, il gesto di un folle che già in passato aveva colpito con un’altra modella. Spinto ad addentrarsi nel poco pulito mondo della moda, Malerba farà la conoscenza del noto stilista Federico Marinon (Richard E. Grant) e si ritroverà a dover difendere la bella Britt (Vanessa Hessler) da una sicura minaccia di morte che qualcuno sembri volergli infliggere.

Prima di ogni critica ai numerosi difetti del film, si deve dare atto di un certo coraggio di Vanzina nel voler portare al cinema un thriller a tutto tondo, nonostante il momento ricco che la nostra industria sta vivendo a suon di risate, e da uno che con i film comici ci ha militato parecchio davvero non te lo aspetteresti; insomma una classica mosca bianca, che in fin dei conti non è così da buttare come sembra. Pecche e difetti non mancano: una certa svogliatezza nella forma di film giallo, i momenti di tensione sono poco coinvolgenti e lo scioglimento finale è gettato alle ortiche così come nulla fosse. Eppure non si riesce ad odiare questo film perché possiede una carta vincente che lo avvicina al pubblico: l’atmosfera da cinema anni ’80, quella che già c’era nell’originale e che descriveva alla perfezione la situazione milanese d’allora. Anche qui c’è lo stesso appeal narrativo, come a voler realizzare un amarcord per immagini di un cinema che non c’è più, che anche nella sua superficialità sapeva trattare bene un genere come il giallo. Vanzina si limita quindi a questo ed aiutato dagli attori protagonisti, un Montanari (Tutti al mare) dall’insolita parlata siciliana e una bellissima Hessler (Natale a Miami) sfruttata però al minimo, da a Cesare quel che è di Cesare, soprattutto se le premesse sono quelle di un thriller all’acqua di rose, anche poco meglio di quelli televisivi.
giudizio: **

(Venerdì 25 Marzo 2011)
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