 Esordio alla regia della scrittrice Annamaria Panzera L’affare Bonnard Un thriller roccambolesco tratto dall'omonimo libro
di Francesco Lomuscio  Tra Capri e Istanbul, una preziosa formula scientifica nel campo dello smaltimento dei rifiuti, elaborata da un geniale ingegnere chimico, attira l’attenzione di persone disposte a tutto pur di impossessarsene prima che venga resa nota. In sintesi, questa è l’idea su cui si basa l’esordio alla regia per la scrittrice napoletana Annamaria Panzera. Il film, tratto dal suo romanzo L’affare Bonnard prende il via nel Gran Bazar di Istanbul, dove avviene un rocambolesco inseguimento tra i commercianti di tappeti e di preziosi. Un intrigo che, con un cast comprendente Emanuele Vezzoli (Un paradiso di bugie (1996) ), David Brandon (Deliria (1987) e Raffaele Gangale, s’infittisce man mano che vengono tirati in ballo diversi personaggi, da un amico malato di cuore dello scienziato al comandante dei carabinieri Costanzo Massa, passando per un ricco conte appassionato di criminologia. Del resto, tra scafisti che trasportano immigrati da Durazzo a Brindisi e il ritrovamento di un cadavere nelle acque del Bosforo, è proprio lui ad interessarsi alla complessa storia, presto destinata a lasciar emergere un mondo sotterraneo fatto di scienziati disonesti, avvocati faccendieri, organizzazioni criminali a sfondo terroristico ed altri squallidi individui coinvolti nella vicenda. Vicenda che, però, riserva un minimo d’azione soltanto nel corso dell’ultima parte dei circa 94 minuti di visione, i quali, seppur discretamente diretti, tendono non poco a testimoniare la provenienza letteraria della regista, che privilegia in particolar modo i dialoghi. Aspetto, quest’ultimo, destinato di sicuro a valorizzare ulteriormente la prova dei bravi attori, ma colpevole, allo stesso tempo, di contaminare di noia l’insieme, musicato in maniera efficace da Eugenio Bennato. Non a caso, a lungo andare, il tutto assume il sapore di una fiction per il piccolo schermo.
(Lunedì 11 Aprile 2011)
Home Archivio  |