 Penelope Cruz new entry e cambio di regia per il quarto capitolo I pirati dei Caraibi- Oltre i confini del mare Avventura ed atmosfere dark continuano la saga di Sparrow
di Mirko Lomuscio  Dopo qualche anno di riposo, Johnny Depp, nei panni dell pirata Jack Sparrow, torna sui grandi schermi con una quarta avventura dei Pirati dei Caraibi intitolata Oltre i confine del mare. Stavolta il noto personaggio, affiancato dalle poco piacevoli presenza di due pirati come Barbanera (Ian McShane) e la vecchia conoscenza Barbossa (Geoffrey Rush), dovrà compiere un lungo viaggio verso la famigerata fontana della giovinezza, in compagnia di una sua ex fiamma di nome Angelica (Penélope Cruz). Il tutto in un tripudio di disavventure al limite della fantasia, situazioni in cui Sparrow riesce ad adeguarsi degnamente. I recenti flop del produttore Jerry Bruckheimer (L’apprendista stregone e Prince of Persia:le sabbie del tempo per essere chiari) devono averlo convinto a rimettere mano ad una sua miniera d’oro come la serie dei Pirati dei Caraibi. TQuest'ultimo capitolo ha dovuto, comunque, fare a meno di qualche membro delle puntate precedenti, come i due protagonisti Orlando Bloom e Keira Knightley più il regista Gore Verbinski. Tutto si gioca, ovviamente, sulla primaria e immancabile presenza di Depp, vero protagonista della serie, più l’aggiunta di due new entry come Penelope Cruz (premio Oscar per Vicky Cristina Barcelona) e McShane (Scoop). Il cambio di regia è stato, invece, affidato a Rob Marshall regista di Memorie di una geisha e dei musical Chicago e Nine.

Per rialzare le sorti economiche si è utilizzato anche lo strumento tridimensionale, che dovrebbe catapultare lo spettatore nel pieno di questa avventura. In questo sequel le emozioni non mancano; Sparrow primeggia come merita, le spalle sia femminili (un’equilibrata Cruz) che maschili (l’inossidabile Rush, il portato McShane) sostengono il contorno come possono e gli effetti speciali la fanno da padroni, proprio come lo script firmato da Ted Elliot e Terry Rossio (Shrek) promette dall’incipit. Quello che forse non riesce a far carburare bene Pirati dei Caraibi:oltre i confini del mare è proprio la regia di Marshall, autore che davvero non ha mai militato nel fantasy. Infatti, nei momenti che dovrebbero incalzare di più la narrazione, il film non riesce a decollare egregiamente, rimanendo in uno stato di stasi scenica che davvero non è consono a questo tipo di film, riuscendo così anche a far rimpiangere l’operato di un regista medio come Verbinski. Nonostante ciò questo capitolo riesce ad essere anche migliore del precedente soprattutto grazie alle atmosfere dark con sirene, cannibali e combattimenti all’arma bianca girati come se fossimo ancora negli anni ’40 in quanto a linguaggio di ripresa (ma la colpa va data anche alla fattura di media bassa del 3 D). Ammirevole in fondo quel rimando nella parte finale ad Indiana Jones e l’ultima crociata (saga ispiratrice di questa tetralogia), mentre meno accettabile la parentesi sentimentale tra la sirena Serena (Astrid Bergès-Frisbey) e l’uomo di chiesa Philip Swift (Sam Caflin), come a voler colmare quel vuoto, facilmente rimpiazzabile ovviamente, lasciato dalla coppia Bloom/Knightley.
giudizio: **
(Venerdì 20 Maggio 2011)
Home Archivio  |