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![]() Il libero arbitrio e le trame “soprastanti” I Guardiani del Destino Intelligente fanta-thriller sentimentale quasi senza effetti speciali di Roberto Leggio E se la nostra vita facesse parte di un piano pre ordinato? Da sempre gli influssi del destino (se così vogliamo chiamarlo) ha sollecitato la fantasia popolare. C'è chi crede e chi no. Il destino, il fato, o come vogliamo chiamarlo, è uno spunto intrigante per “capire” la nostra vita. Comprendere ad esempio perché prendiamo una strada diversa da quella che avremmo voluto imboccare, amare una persona invece di un altra, decidere cosa fare o non fare. In tutti i sensi. Le religioni, ad esempio definisco “libero arbitrio” le nostre decisioni terrene. Quella liberà di scelta che ci rende individui migliori o peggiori. In pratica il percorso di tutta la nostra vita terrena. Il quesito (enorme) è lo spunto per la trama de I Guardiani del Destino, fanta-thriller-sentimentale, uscito da quella mente fervidamente malata di Phillip K. Dick, gotha della fantascienza “moderna” (e promotore di molto cyberpunk a venire). Nella sua economia la trama si snoda attraverso le vicende di un giovanissimo deputato dello stato di New York, che nel giorno della sua “caduta” al Senato, incontra in una toilette una ballerina in ascesa. Tra i due è subito colpo di fulmine, ma un gruppo di “angeli burocrati” col capello hanno deciso per loro: dividerli e renderli felici nella vita e nel successo. Ma l’amore è una macchina troppo potente da arrestare. Così, dopo cinque anni di incontri casuali e ritorni improvvisi, il giovane deputato deciderà di saltare di “porta in porta” pur di assicurarsi la donna dei suoi sogni.
(Venerdì 17 Giugno 2011) |
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