 Spade, sangue ed onore... di Roma The Eagle Avventure d'altri tempi in un convenzionale “peplum” moderno
di Roberto Leggio Sembra strano, ma attualmente il cinema sembra riappropriarsi di un genere andato in disuso negli anni, riscoperto in parte con Il Gladiatore di Ridley Scott, Imperium e Rome (che però sono prodotti televisivi). I romani, le loro conquiste e le leggende sulle loro imprese, sono per natura nutrici di buoni spunti per film di sangue e d'azione, ancora meglio se spruzzate di mistero. Muscoli, spade, onore e gloria, come da testi scolastici. Kevin Mcdonald, scozzese e autore di L'ultimo Re di Scozia, riprende un famoso romanzo storico britannico (pare che dal 1954 ad oggi abbia venduto più di un milione di copie solo nel marcato anglofono) e lo traduce in immagini mettendo in scena un film di avventure d'altri tempi, con una fotografia sgranata, molti bui, fuochi nella notte e barbari britanni, usurpati nella terra e nel cuore. I romani ci sono, ovviamente e sono quelli “reclusi” alla fine del mondo conosciuto lungo il Vallo di Adriano (ciclopica costruzione che divideva tutta la parte settentrionale dell'attuale Inghilterra da Est ad Ovest), fatte erigere (secondo il film ed il romanzo) dopo che la IX Legione venne sconfitta, perdendo la faccia, la reputazione e l'Aquila, vessillo dell'Impero, segno inequivocabile che Roma è giunta fino a lì.

La trama a questo punto si districa attorno al personaggio di Marcus Flavius Aquila, centurione romano, che si fa affidare il comando dell'ultimo avamposto britannico, per rimettere in sesto la memoria di suo padre, comandante, della IX legione, infangata e soprattutto scomparsa dopo la suddetta sconfitta contro i poco socievoli britanni. Nella prima scaramuccia gli va bene, nella seconda, riporta gravi ferite che lo costringono ad un congedo forzato. Ma la voglia di scoprire cosa sia accaduto veramente alla legione del genitore e che fine abbia fatto l'Aquila del potere è così grande, che il centurione assieme ad uno schiavo celta di quelle parti, varca il Vallo e si immerge nell'avventura nelle lande desolate dell'attuale Scozia. Va da sé che la ricerca sarà piena di insidie e scontri con tribù “poco civili”, anche se alla fine l'onore della Romanus Legis, avrà la meglio sulla barbarie ed il film si chiuderà con un bell'abbraccio paneuropeo.

Nonostante un mix di ingredienti confezionati ad arte (avventura, mistero e battaglie), il film perde il respiro epico, pian piano che i due “valorosi” si inoltrano oltre i confini della “fine del mondo” e si scontrano con i “barbari” dalla faccia ricoperta di fango (che tra l'altro assomigliano più a dei mohicani invece che a delle tribù delle Highlands), in quanto l'impianto narrativo si avvita in un convenzionale gioco al rimpiattino da sembrare un vecchio western sfocato. Ricerca e fuga, fino alla battaglia finale dal sapore di già visto. Ad ogni modo a salvare un prodotto per giovanissimi, c'è l'abile regia di McDonald, che rinunciando ad un film tutto muscoli e sangue, crea atmosfere essenziali mai prolisse e finalizzate all'azione in se. Con qualche guizzo di sceneggiatura in più e qualche miglioramento nell'evoluzione nella trama, il film sarebbe potuto essere un prototipo per il rilancio di un genere in “disarmo”. Resta invece un bel compitino, che potrebbe piacere alle masse e nulla più.
Giudizio **

(Lunedì 19 Settembre 2011)
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