 La sfida del cinema d'autore al Cinepanettone Le Idi di Marzo Clooney dietro la macchina da presa per un avvincente intrigo politico
di Oriana Maerini Mai come quest'anno il pubblico cinematografico potrà fare una scelta così netta. Da una parte le classiche commedie Pieraccioniane e i Cinepanettoni, dall'altra un prodotto di valore sia stilistico che di contenuto come Le Idi di Marzo prodotto, scritto, diretto ed interpretato dal grande Clooney. Il divo di Hollywood voleva girare questo film cinico e duro sulla politica già nel 2008 ma procrastinò il lavoro perchè allora si affacciava in America una speranza chiamata Obama. Poi i tempi sono tornati cupi ed il talentuoso attore è tornato per la quarta volta dietro la macchina da presa per regalarci un avvincente intrigo politico ambientato durante gli acerrimi scontri elettorali delle primarie americane in Ohio per la candidatura alla presidenza del Partito Democratico. Il film, tratto dalla piece teatrale Farragut North, scritta nel 2004 da Beau Willimon, un giovane scrittore che ha attinto dalle sue esperienze politiche come membro dello staff per la campagna in Iowa dell'aspirante candidato alla Presidenza Howard Dean, è prodotto dalla Smokehouse di George Clooney e Grant Heslov insieme alla Appian Way Productions di Leonardo DiCaprio. Clooney ha schierato qui i migliori attori americani dell'ultima generazione fra i quali spicca il nuovo divoRyan Gosling nel ruolo del protagonista, il brillante addetto stampa che crede ciecamente nel candidato per il quale lavora. La pellicola analizza dall'interno la macchina della campagna politica americana facendoci entrare nello scontro fra due candidati democratici: il governatore Mike Morris (Clooney) e il suo avversario Pullman. Una battaglia senza esclusioni di colpi visto che frutterà al vincitore il trampolino di lancio verso la Casa Bianca.

I dialoghi al vetriolo di una sceneggiatura che non amette sbavature rendono Le Idi di marzo quasi una docu-fiction sul dietro le quinte della macchina da guerra della politica americana. Un messaggio senza speranza per quei puri che, come il protagonista, credono nella correttezza delle regole democratiche. Un j'accuse che Clooney lancia al colosso americano facendo emergere il contrasto fra i discorsi idiallici e riformisti del candidato Morris e il suo biego comportamento fatto di scandali sessuali e laidi compromessi politici. Oltre al citato Gosling un plauso va alla magistrale interpretazione di Philip Seymour Hoffman nel ruolo di Paul, in capo della campagna di Morris e di Paul Giamatti che è il suo contraltare in campo avverso. Da segnalare, inoltre, anche la giovane Evan Rachel Wood nella parte di una stagista alle prime armi, vittima sacrificale del cinico meccanismo della lotta per la supremazia politica. La regia è pacata, mai urlata ed usa toni chiaroscuri per esaltare i contrasti emotivi. Emblematica la scelta di aprire e chiudere il film allo stesso modo: con l'immagine in primo piano dello stesso uomo fisico (Gosling) ma profondamente mutato nell'animo che nel buio di una sala prova il microfono prima del discorso del candidato. Forse non il più bello dei quattro film da regista del divo George (chi scrive ha amato di più Good Night, and Good Luck) ma comunque un prodotto cinematografico di altissimo livello.
giudizio: ***

(Giovedì 15 Dicembre 2011)
Home Archivio  |