Emozionante e sorprendente lo spettacolo creato da Emiliano Pellisari
di Oriana Maerini
La voce narrante che legge i versi di Dante e una stella umana che si staglia sul palcosccenico: l'inizio di Inferno mozza il fiato dall'emozione. Non si può definire precisamente la creazione di Emiliano Pellisari, un coreografo, scrittore, regista (ha avuto anche un'incursione in TV con la fiction Tritone), artigiano teatrale. Danza, acrobazia, tecnica circense, mimo. Forse l'appellativo che si pIù si avvicina a quest'arte particolarissima è architettura del corpo. Durante lo spettacolo sei danzatori sfidano le leggi della fisica volando e aggrovigliandosi fra loro per dar vita ad immagini e sculturee di rara bellezza. Inferno è il primo spettacolo-evento creato da Pellisari (seguirono Cantica II e Paradiso che completarono e conclusero la Trilogia Divina Commedia). Creato nel 2007 è un caleidoscopio di immagini sorprendenti ispirate ai più famosi canti danteschi che trasforma lo spazio teatrale in una nuova dimensione: quella del sogno. Pellizzari riesce a donare al pubblico un'atmosfera magica ed ipnotica grazie al sapiente mix di musica etno-world, effetti speciali e danza acrobatica. Quadri teatrali che rimandano alle tinte cupe del Caravaggio, alla pittura paradossale di Escher o all'astrattismo di Magritte. Uno degli episodi più belli e poetici è, per chi scrive, quello dedicato a Paolo e Francesca dove i due danzatori volano eternamente abbracciati, rapiti nel turbine infernale. Poi schiere di dannati cadono al suolo come foglie; le anime dei grandi del passato fluttuano nell’atmosfera sospesa del limbo; angeli e diavoli si affrontano nello spazio in duelli aerei. Le parole non riescono a descrivere la magnificità de l'Inferno di Pellisari. Vedere per credere.