 Favola ironica sulla vita politica italiana Benvenuto Presidente! Bisio presidente per caso
di Mirko Lomuscio Tempo di elezioni, tempo di satira. Il cinema italiano predilige spesso il binomio risate/politica. Riccardo Milani (Auguri professore) con Benvenuto presidente! porta sul grande schermo una storia che parla di onestà e potere, di come l’uomo possa essere soggetto alla corruzione dei nostri cinici tempi. Protagonista una faccia rassicurante e bonaria come quella noto comico Claudio Bisio, che interpreta il ruolo di Peppino, un pescatore di provincia che, per un malinteso, viene costretto a ricoprire la carica di Presidente della Repubblica. Inizialmente incredulo, l’uomo si farà carico di tale responsabilità e porterà avanti il suo importante ruolo grazie al suo animo candido e sincero. Alle sue spalle c’è chi complotta per farlo dimettere, inscenando uno scandalo che possa metterlo in cattiva luce.

Milani e lo sceneggiatore Fabio Bonifacci (in sala altri due film scritti da lui, Il principe abusivo e Amiche da morire) ce l’hanno messa tutta per attualizzare questa piacevole storiella comica, con riferimenti, anche involontari (c’è chi potrà vedere riferimenti a Beppe Grillo e il suo movimento, chi a Berlusconi e la sua immagine “burlona” sui giornali) alla nostra vita politica. Benvenuto presidente! è una favola divertente, ironica e ben costruita che mette alla berlina tutto il sitema politico del Bel Paese. Si parla di raccomandazioni e corruzioni, scandali sessuali e intercettazioni, per non parlare di chi lavora all’oscuro per infangare prove schiaccianti (ruolo ingrato ricoperto dal personaggio di Fausto interpretato da un grande Gianni Cavina). Iinsomma di tutto di più, affinché qualsiasi spettatore, anche più al di fuori di certi meccanismi politici si possa sentire a suo agio nel deridere certe sottotrame tutte italiane. La prima parte avvia bene tale idea attraverso un'ottima introduzione dei suoi personaggi, dal protagonista in parte al trio di parlamentari infami interpretati ottimamente da Giuseppe Fiorello, Massimo Popolizio e Cesare Bocci, fino all’entrata in scena del saggio segretario generale di Omero Antonutti e della Janis di Kasia Smutniak. Nella seconda parte qualcosa si perde in ritmo perchè la regia azzarda un tagli più anarchico e perde di vista l’intera trama a favore di gag troppo libere, anche riuscite (l’incontro con i cinesi con tanto di equivoco con marijuana, la parentesi buonista con bambini malati e presidente brasiliano al seguito). Benvenuto presidente! è la dimostrazione di come si possa ancora far ridere il pubblico con prodotti graffianti, anche se pervasi di buonismo con tanto di retorica finale che punta il dito verso tutti, anche chi non è del mondo politico e fa parte del popolo. E' una coraggiosa questa presa di posizione che non appare spesso nel nostro cinema.
giudizio: **1/2

(Giovedì 21 Marzo 2013)
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