 Die Hard alla Casa Bianca Attacco al Potere - Olympus has fallen Imbarazzante compiacimento dell'ideologia americana
di Roberto Leggio Messo in “panchina” dopo un incidente sacrificale, l’agente speciale Mike Banning vede dalla finestra del suo ufficio la Casa Bianca ridotta ad un colabrodo un "esercito" di terroristi Nord Coreani. Raccattata una pistola, corre in soccorso del presidente preso in ostaggio all’interno del palazzo del potere, mentre tutt’intorno la conta dei morti ammazzati aumenta a dismisura. Rimasto “last man standing” di un Olimpo Crollato (come il titolo originale) Banning combatte contro tutti per riconquistare onore e lealtà, salvando infine dalla “detonazione” un intero paese.

Rincorrendo (ed anticipando) le tensioni attuali con il nuovo nemico americano (la Corea del Nord), Hollywood prende di petto il tema e immette sul mercato un film che rilancia la voglia di trovare un super-uomo capace di salvare capra e cavoli, armato di tutto punto e di ideali. Senza la canottiera di Bruce Willis, vero duro a morire, Gerard Buttler è sempre il Leonida di turno, con in testa l’idea di cacciare l’invasore terrorista, l’alieno Nord Coreano, che vorrebbe far saltare nuclearemente gli Stati Uniti e rilanciare un nuovo ordine mondiale. Così ci si “arrovella” sul come il nostro, possa giungere nel bunker dei “bottoni” per salvare il suo “capo supremo”, lo stesso che l’ha mandato a smuovere scartoffie per aver “immolato” la first lady per il bene della nazione. Ce la farà dopo tanti spari, coltellate, morti, astuzie e aforismi carichi di comicità involontaria. Film da cervello in vacanza, non aggiunge nulla di quanto non abbia fatto (prima e molto meglio) John McClane in quella trappola di cristallo venticinque anni fa con terroristi comuni. Antonie Fuqua (ma dove l'hai messo l'Oscar?) non trova mai il modo per coinvolgere il pubblico in quanto tutto sembra di plastica fine a stessa. Ideologico e “malatamente” patriottico (l’obelisco spuntato è metaforico), il film si resetta alla prima visione, autocompiacendosi del suo vacuo ed imbarazzante giustizialismo.
Giudizio: *

(Giovedì 18 Aprile 2013)
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