 Amore intellettuale tra le strade di Tokyo Qualcuno da Amare Lo sguardo "difettoso" di Kiarostami in Giappone
di Roberto Leggio La giovane Akiko è una studentessa al quale piace prostituirsi. Non lo fa per il mero denaro né per piacere, ma solo per una disperata ricerca di amore. Akiko ha un fidanzato gelosissimo, che non comprende la sua voglia d’amore e quindi, quando capita in casa del vecchio professore che l’ha “combinata” per una “fuggevole” esperienza, pensa che egli ne sia il nonno. Il gioco del rapporto affettivo si “ingrandisce” quando l’anziano e la ragazza si ritrovano a “navigare” dentro un taxi tra le strade affollate ed “aliene” di Tokyo. Mentre le nuvole si rincorrono sui finestrini della macchina, Akiko ed il professore, comprendono il loro stare al mondo, il loro bisogno di amare qualcuno.

Abbas Kiarostami, regista iraniano di personalissime passioni “filo-occidentali”, sbarca in Giappone per un film quasi retrò, costruito su dialoghi fitti, molto sussurrati, che aprono a molte interpretazioni e che fanno da narrazione di uno strano (quasi paterno) rapporto tra due generazioni, ognuna perduta in un limbo esistenziale. Lento nel suo fluire, statico come le inquadrature fisse che riempiono lo schermo, drammaticamente tensivo per il modo in cui ci accompagna al suo finale in qualche modo “misterioso”, il film però si diluisce alla completa ricerca di senso, non scavando nella profondità di quello che vuole raccontare. Se si trattasse di un esercizio di stile lo si potrebbe comprendere (Kiarostami è abituato a trattare la materia come qualcosa di pulsante e viva), ma qui le parole si disperdono nell’abitacolo del taxi esigendo troppo in maniera e stile. Nella sua semplicità, l’opera resta sospesa, inestricabile, confondendo i pensieri e le azioni di due persone alla fine di un viaggio “iniziatico”.
Giudizio: *1/2

(Mercoledì 24 Aprile 2013)
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