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Commedia esilarante che mette alla berlina l’establishment hollywoodiano

Facciamola finita

Esordio alla regia di Rogen ed Evan Goldberg


di Mirko Lomuscio


Seth Rogen (Green hornet), Jay Baruchel (Million dollar baby), James Franco (Il grande e potente Oz), Jonah Hill (L’arte di vincere), Craig Robinson (Zack & Miri amore al primo sesso) e Danny McBride (Tropic thunder); una rosa di nomi che ai nostri spettatori medi non può far pensare molto (a parte il terzo che grazie a Spider-man e qualcos’altro ha avuto la sua fama anche in Italia). Negli States, invece, sono delle celebrità della nuova commedia a stelle e strisce, grazie a titoli come Molto incinta, Strafumati, 21 Jump street e Suxbad-Tre menti sopra il pelo.
Per la prima volta si sono riuniti in un una nuova avventura comica al di la dell’immaginazione; un po’ perché la storia è ambientata durante un’ipotetica apocalisse, un po’ perché interpretano la parte di se stessi, ne consegue che risate e riferimenti all’establishment hollywoodiano si sprecano.
Tutto comincia durante una festa nella nuova casa di Franco, dove a divertirsi ci sono un mucchio di persone, tra cui Rogen e Baruchel, più altri volti noti come Jason Segel, Emma Watson, Rihanna e Paul Rudd.
Ma l’arrivo di un cataclisma cosmico costringe i superstiti del party a rifugiarsi tra le mura della villa, in attesa di una salvezza che arriverà a suon di risate.



Esordio alla regia di Rogen e del suo compagno di penna Evan Goldberg, Facciamola finita è una commedia divertente quanto bizzarra che getta fango su Hollywood e i suoi beniamini della risata. Lo fanno con compiacimento e partecipazione, tant’è che i registi sono riusciti a trovare la partecipazione di molti volti noti dello spettacolo (oltre ai citati anche Michael Cera, Christopher Mintz Plasse, Aziz Ansari, Kevin Hart e Channing Tatum). Nel film la voglia di esagerare in battutacce e frecciatine avanza di minuto in minuto e c'è anche un’aura horror che quando vuole colpisce basso con lo splatter (la morte di Cera, l’esorcismo di Jonah Hill).
Se i registi non avessero esagerato con un certo compiacimento nelle volgarità (il lungo dialogo sulla masturbazione di McBride, Rogen che si urina in bocca) e nella trasgressione (i soliti e ridondanti elogi all’erba e alle droghe leggere), il film sarebbe potuto risultare anche un mezzo capolavoro nel suo genere. Comunque si ride molto e il titolo di cult nei tempi a venire non glielo toglie nessuno, poco ma sicuro.

giudizio: ** 1/2





(Venerdì 12 Luglio 2013)


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