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Cast stellare per un sequel che delude

Red2

Parodia di Mission Impossible senza fluidità narrativa


di Mirko Lomuscio


Tornano gli agenti segreti pensionati di Red, arzilli uomini spietati e pronti a tutto che il governo vuole fuori dai giochi ad ogni costo, pur di insabbiare i propri scheletri nell’armadio.
Stavolta il Frank Moses di Bruce Willis dovrà vedersela con un complicato intrigo internazionale, che lo porterà da una parte all’altra del mondo, in compagnia della sua compagna Sarah (Mary-Luoise Parker) e del collega stralunato Marvin (John Malkovich).
Sul suo cammino incontrerà una serie di volti vecchi e nuovi come l’amica Victoria (Helen Mirren), lo spietato sicario Han Cho Bai (Byung-hun Lee) e la ex-fiamma sovietica Katja (Catherine Zeta-Jones), fino all’incontro con lo smemorato scienziato Bailey (Anthony Hopkins), che si rivelerà fondamentale per l’esito della missione. Ovviamente, tra una sparatoria e l’altra, ci sarà anche modo di divertirsi.



E' proprio il divertimento a tutto tondo l’elemento su cui punta maggiormente Red 2, sequel richiesto dopo il successo del capostipite diretto dal tedesco Robert Schwentke che ha passato la mano a Dean Parisot (sua una commedia come Dick & Jane-Operazione furto).
Purtropo l’ironia non viene ben miscelata con l’intrattenimento, come nel modestissimo primo capitolo (tratto da un fumetto DC di Warren Ellis e Cully Hammer), anzi Parisot lascia sciolta la parte becera del film a discapito della trama spionistica che fa da collante al tutto.
Vediamo quindi siparietti coniugali tra Willis e la Parker (quest’ultima molto più sopra le righe che sul numero uno), con tanto di scenette di gelosia nei confronti del personaggio interpretato dalla Zeta- Jones, più accenni di follia bizzarra da parte di Malkovich (la cui presenza non è molto motivata) e due tocchi di british style per conto dei due premi Oscar Mirren e Hopkins.
Il film è una sorta di parodia di Mission:impossible ma l’operazione non riesce nella sua fluidità narrativa, tanto da annoiare in più di una situazione e rendere l’intrigo alla base dello script di Jon e Erich Joeber (gli stessi del primo) un elemento fuori luogo per quello che sarebbe dovuto essere un fracassone giostrato con molta più intelligenza.
Il regista cerca di colmare il vuoto narrativo con i numerosi volti noti dei divi hollywoodiani (oltre ai citati anche il ritorno dell’Ivan di Brian Cox e la presenza di Davd Thewlis) e spargendola di esplosioni e sparatorie, ma purtroppo non riesce nell’impresa.

giudizio * 1/2



(Martedì 3 Settembre 2013)


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