 Prodotto di genere cult adolescenziali post-Twilight Shadowhunters-Città di ossa Deludente déjà vu diretto da Harald Zwart
di Mirko Lomuscio Il film si inserisce nel filone dei cult adolescenziali post-Twilight, tratti da opere letterarie di successo quali lo zombie movie Warm bodies, che qualche attenzione l’ha creata grazie al misto sentimenti/morti viventi, Beautiful creatures:la sedicesima luna, un disastro totale a livello di botteghino, o Hunger games, forse l’unico di questi che al cinema può eguagliare, in quanto a fama, l’opera creata da Stephenie Meyer. Ad Hollywood, grattando il fondo della letteratura per giovani, si è arrivati all’idea di rinnovare il successo mondiale di TwilightShadowhunters, opera letteraria nata dalla penna di Cassandra Clare. Stavolta niente lotta tra vampiri e licantropi, ma bensì una guerra tra forze del bene, nascoste nei meandri di una città di New York, e quelle del male. Certo i succhiasangue e la loro controparte pelosa sono nella trama, ma i veri nemici da combattere sono i demoni di un mondo oscuro, intento a dominare l’intero pianeta. L’unica salvezza sta nella giovane Clarissa (Lily Collins), la quale ben presto dovrà andare alla ricerca della scomparsa madre, rapita da delle losche figure venute dal nulla. Aiutata dall’amico Simon (Robert Sheehan), la nostra scoprirà ben presto l’esistenza degli Shadowhunters, guerrieri per metà uomo e metà angeli, che hanno protetto di nascosto il pianeta per millenni. Tra loro c’è Jace (<>Jamie Campbell Bower), che con la giovane Clarissa ha più di un legame ed una storia passata che ha a che fare con la loro missione da compiere. Per la giovane non è solo la salvezza del mondo, ma anche la verità su chi è e da dove viene.

La trama fa parte del solito déjà vu di genere dove gli elementi sono già pronti per essere miscelati: le forze del male contro quelle del bene, l’avvio che lascia presagire un bel divertimento fatto di effetti speciali, un legame sentimentale (se a tre ancora più intrigante) per la gioia della giovanissime ed un epilogo che lasci aperto ad una saga in caso di successo a sorpresa. Shadowhunters-Città di ossa annovera tutti questi elementi, tanto che il regista Harald Zwart (suo il remake di Karate Kid) si concentra più su come miscelarli bene che sul far luce sull’intera trama. Infatti lo script, ad opera di Jessica Postigo Paquette, non fa molta chiarezza sui suoi protagonisti e rende un po’ vago l’andamento della trama, affidandosi ai luoghi comuni del genere (magie e trasformazioni, esplosioni e incantesimi, e così via). Si assiste alla sagra del già visto, con vaghi riferimenti alla saga di Blade e Guerre stellari, senza ovviamente tralasciare quelle cose che abbiamo già visto nella serie Twilight (vampiri e licantropi). Sarebbe potuto anche essere accettabile nel genere adolescenzial-fantasy moderno, ma il film di Zwart scade, putroppo, in un’ironia involontaria (la sorpresa che lega Clarissa a Jace viene fin troppo scemata verso al fine) che ne abbassa la qualità. Insomma il film rappresenta un altro paso falso in materia. Il capolavoro definitivo “cinema fantastico + amori adolescenziali” deve ancora essere compiuto. giudizio: * 1/2

(Giovedì 29 Agosto 2013)
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