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L'equilibrio ritrovato del degrado dell'anima

Il Futuro

Una “farfalla” contro Maciste


di Roberto Leggio


“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior...” Il succo di questa famosa frase di Fabrizio De Andrè è il senso ultimo dell'interessante film di Alicia Scherson, autrice cilena in trasferta italiana, che con un tocco fin troppo d'autore (luci ricercate, corpi sudati, ambienti opprimenti e la costante presenza della televisione) è riuscita a descrive il degrado dell'anima, la difficoltà e l'insicurezza della solitudine. Bianca e suo fratello Tomas sono due orfani cileni approdati in una Roma irriconoscibile, che tirano a campare come possono sotto gli occasionali controlli dei servizi sociali. Quando due “amici” di famiglia si instaurano nella loro casa, Bianca viene convinta a dover fare da “baby sitter” ad un anziano attore di peplum con lo scopo di rubargli un “mitico” tesoro accumulato negli anni. Ma il rapporto tra l'ex Maciste si consolida di giorno in giorno e alla fine Bianca si troverà a fare i conti con la propria coscienza cercando di riscattare la propria anima e migliorare il futuro suo e quello di suo fratello.


Tratto dal racconto “Un romanzetto canaglia”, che Roberto Bolano (cileno anch'egli, in fuga dal regime di Pinochet) scrisse dopo una breve permanenza a Roma, il film della Scherson racconta come una farfalla possa nascere dalla putredine. Un romanzo di formazione, intimo, dove le luci e le ombre si rincorrono in una casa kitch e si addensano sul corpo (perennemente nudo) di una ragazza “fuori dal tempo” e sulle rughe di un vecchio arroccato in un “glorioso” passato (come le statue di gesso in rovina di Cinecittà). Non un capolavoro, ma quasi, con due parti ben distinte (la prima farraginosa e sfocata, la seconda più intima e rivelatrice), da renderlo un film da vedere e da assimilare pian piano.

Giudizio **1/2



(Giovedì 19 Settembre 2013)


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