 Metafisica del Karma Gravity Fluttuando nello spazio alla scoperta della vita
di Roberto Leggio “Floating in my tin can, far above the world...” Oltre David Bowie il nuovo film di Alfonso Cuaron, riscrive la sfortunata missione del Maggiore Tom, nelle mani di due astronauti che devono sopravvivere nello spazio (sopra e sotto la nostra Terra), dopo che una pioggia di detriti (che viaggiano a 30.000 km/h) ha distrutto la stazione orbitante sulla quale stavano apportando delle modifiche di routine. Catapultati lontano dallo Space Shuttle (andato distrutto) che avrebbe dovuto riportali a casa, i due si trovano a fluttuare nello spazio nel disperato tentativo di trovare un modo per tornare sulla Terra.

Metafisica del karma, fantascienza psicologica (ma lasciate perdere 2001), Gravity è un poetico Space Oddity che metaforizza l'origine della specie (siamo un granello di sabbia vagante nella vastità dell'universo), che parte dalla morte per rinascere prima feto in una capsula, poi “nuovo” essere umano su un pianeta Terra da baciare e da riscoprire. Capolavoro visivo con effetti specaili stupefacenti (da vedere assolutamente in 3D, finalmente funzionale alla storia) dove lo spazio è il vero posto “dell'anima”, luogo non molto distante dal pianeta che ci ha generato. Avventurosa odissea sospesa nel “vuoto” di freddo e silenzio, denso di riverberi interiori che si ripercuotono nel cosmo (come voci suadenti che incitano a non mollare mai), il film è un vero viaggio di struggente bellezza nell'ignoto di noi stessi. Alfonso Cuaron dimostra di essere un grande regista (nonché autore di talento) e la solitaria Sandra Bullock si conferma finalmente grande attrice, mettendo da parte i ruoli da “fidanzatina d'America” a cui era abituata.
Giudizio: ****

(Venerdì 4 Ottobre 2013)
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