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"La storia di mio padre e di mia madre"

Anni Felici

Daniele Luchetti e quei pazzi anni '70


di Roberto Leggio


Chi erano i genitori di Daniele Luchetti? Quanto importante è stata l'aria artistica che fin da bambino ha respirato per farlo diventare un artista anch'esso. Anni Felici è una sorta di biografia dei suoi genitori (o meglio sul padre) e questo dovrebbe giustificare il fuoco “sacro” che lo brucerà negli anni a venire. Ambientato nel colorati, avanguardistici, trasgressivi, rabbiosi e emancipatori anni '70, il film mostra la vita libertina di un pittore che inseguendo le nuove tendenze artistiche, modella su ragazze accondiscendenti i materiali imposti dall'avanguardia. Al contrario la moglie, è una piccolo borghese attaccata alle convenzioni che per riscattarsi dai tradimenti si scoprirà femminista. Nel mezzo i due figli di cinque e dieci anni, affascinati dalle lezioni artistico-vitali del padre che li educa al bello e alla rivoluzione del consueto passando per il concettuale.


Se fosse stato filmato in bianco e nero (ma come avrebbe potuto essere più esplicativo il colore spruzzato addosso ai personaggi?) sarebbe stato una bella fotografia di un bel tempo che fu. Invece il colore rende la realtà esplicita mostrando si, un periodo storico di cambiamenti socio-culturali, ma sorvola il malessere e la pesantezza degli anni di piombo che definirono il futuro del nostro paese. Sono gli anni delle stragi di stato (una su tutte Piazza della Loggia), delle bombe, delle domeniche dell'austerity; ma questi episodi sembrano filtrati dalla memoria collettiva di due bambini (che si scopriranno uomini nel decennio successivo), così da risultare ininfluenti. Luchetti su questo piano (dato che i ricordi sono i suoi) si distacca dal dare giustificazioni, rendendo un film che poteva essere più partecipato, ed invece pare fine a se stesso.

Giudizio: **1/2



(Venerdì 4 Ottobre 2013)


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