 Dissacrante confronto con il film di Dino Risi Aspirante vedovo Firmato da Massimo Venier
di Mirko Lomuscio Con questa operazione si è voluto dare un remake a Il vedovo celebre commedia agro-dolce diretta da Dino Risi alla fine anni ’50, interpretata da un grande Alberto Sordi e da una altrettanto mitica Franca Valeri. Aspirante vedovo è il titolo scelto e, nei rispettivi ruoli protagonisti, troviamo Fabio De Luigi e Luciana Littizzetto, alle prese con un confronto suicida che già dalle premesse non ammette confronti con il film di Risi. La storia riprende lo stesso plot dell’originale, col truffaldino Alberto Nardi (De Luigi), uomo meschino quanto sfortunato, che campa sulle spese della sua ricca moglie Susanna (Littizzetto), donna dura e poco rispettosa nei confronti del marito, tanto da sferrargli un colpo di grazia anche in affari. Un improvviso incidente aereo lascia trapelare la tragedia: la donna è rimasta vittima di tale disastro ed Alberto, falsamente affranto ma veramente contento, ha davanti a se una serie di sogni da realizzare con l’eredità alle porte. Ma non tutto il male vien per nuocere.

Perché macchiarsi di questo affronto consapevoli di ciò che andavano incontro? De Luigi, Littizzetto ed il regista Massimo Venier (suoi i primi Aldo, Giovanni e Giacomo) cercano di tenere le distanze dall’operato originale e recuperano temi del film del 1959, cercando di riaggiornarli ai tempi di crisi che ci sono oggi. L’intento è quello di rielaborare la commedia nera di una volta con la risata attuale, magari tirando fuori una qualche denuncia con l'idea di rendere Aspirante vedovo qualcosa di più di un prodotto di intrattenimento. Purtroppo il regista non è riuscito nell'intento e di risate Aspirante vedovo ne strappa ben poche al pubblico. Sarà il distacco che si crea nei confronti dei personaggi stessi, o la performance dei personaggi vittime di una descrizione poco accurata, ma il film non ha un picco o un momento da ricordare. Tutto è vittima di un inevitabile confronto con Il vedovo di Risi e nulla si salva: dalla regia agli attori, quest’ultimi capeggiati dalla coppia di protagonisti anonimi (un vero peccato per la Littizzetto qua sottotono, la quale in principio poteva sembrare l’unico futile motivo d’interesse per una visione), per non parlare dei vuoti comprimari Francesco Brandi, Bebo Storti, Roberto Citran e Alessandro Besentini. (della coppia Ale e Franz). La stagione d'oro della nostra commedia all'italiana, quella dei maestri come Risi e Monicelli aveva un retroterra culturale ed una scuola di sceneggiatori che oggi mancano. Profanare i capolavori che ci hanno resi celebri nel mondo è un affronto alla nostra storia della nostra cinematografia.
giudizio: *

(Mercoledì 9 Ottobre 2013)
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