 Nel ricordo il peso del presente Il Passato Indagine introspettiva di sentimenti mai sopiti
di Roberto Leggio Il sottile malessere dell’incomunicabilità. Dopo i fasti di Una Separazione, Asghar Fahradi ci porta nuovamente all’interno di una coppia “scoppiata” in una Parigi non da cartolina. Ahmad giunge nella capitale francese da Teheran per incontrare la ex moglie, la quale necessita della sua presenza per formalizzare il divorzio. L'uomo, solo con i suoi ricordi, si scontra con i due figli della donna, adesso innamorata di Samir, la cui moglie è in coma all'ospedale. Nello strano menage a trois, solo i bambini, sapranno ricucire le crepe venute a crearsi nel presente di ogni adulto.

Il passato del titolo è l’humus (ed il collante) dei tre personaggi, ognuno in lotta con i propri eventi, che si snodano via via in una sorta di thriller dei sentimenti, in quanto il peso del tempo serve a giustificare (ricostruire) il proprio presente, dove ogni “amante” è di fatto ancora legato indissolubilmente al proprio compagno. Un fardello cui è difficile disfarsi, tanto che il film, nella sua esplorazione emotiva si tramuta in un’indagine introspettiva che lo rende un ulteriore capolavoro del regista iraniano, questa volta in “vacanza” dal suo paese reale. E lo fa mostrando una Parigi quasi “aliena” in cui dei “corpi” periferici (tutti e tre sono in fondo immigrati) devono sfondare le barriere (sociali, familiari, oppure semplicemente esistenziali) che li tengono ingabbiati in una profonda solitudine. Ed in questo sentimento, saranno proprio i figli, che con occhi innocenti, riusciranno a scalfire e penetrare tra le maglie di una storia che li vorrebbe spettatori e che invece li travolge facendoli personaggi attivi, silenziosi a giudicare oltre le loro capacità.
Giudizio : ***

(Domenica 24 Novembre 2013)
Home Recensioni  |