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![]() Remake "distratto" di un capolavoro coreano Old Boy Spike Lee dirige un “fumetto” di vendetta senza redenzione di Roberto Leggio Castigo e delitto prima e dopo il “carcere”. Joe Doucett, un pubblicitario senza più credito e sulla via del tramonto (fisico, psicologico e mentale), dopo un enorme ubriacatura si ritrova rinchiuso in una stanzetta di un “albergo” senza finestre con l’unica compagnia di un televisore a mangiare per vent’anni solo ed esclusivamente ravioli al vapore di un “misterioso” ristorante cinese. Solo con la sua coscienza (scrive centinaia di lettera alla figlia che non vede mai), viene a sapere (attraverso il video) di essere stato accusato dell’omicidio brutale della moglie, non riuscendo a capacitarsi del perché sia finito li dentro. Riavvolgendo il suo passato e prendendo coscienza di essere una pedina di un gioco perverso, qualcosa dentro il suo intimo lo costringe a rinforzarsi, smettere di bere e covare tremenda vendetta nei confronti di chi l’abbia rinchiuso tra quelle quattro mura. Nei giorni senza tempo in cui pensa di aver trovato il modo di fuggire, si risveglia in mezzo ad un campo uscendo d'improvviso da un’enorme cassa di legno. Con un vestito nuovo, rasato di fresco con in testa solo odio inizia ad indagare (ed uccidere senza pietà) assieme ad una giovane assistente sociale arrivando a capire che la soluzione dell’enigma è legato al suo passato e alla sua “vera” identità.
(Venerdì 6 Dicembre 2013) |
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