 Pellicola mediocre di Francesco Patierno sulla Milano in crisi La gente che sta bene Claudio Bisio non supera la prova fra commedia e dramma
di Mirko Lomuscio La crisi economica ormai è argomento di molti film italiani dell’ultimo momento, dai drammi alle commedie, ognuno col suo bagaglio critico alle spalle per fare il punto sulla società d’oggi sulle vittima del crollo economico. La gente che sta bene di Francesco Patierno, traendo spunto da un libro di Federico Baccomo, analizza il problema strizzando un occhio alla risata ed uno al dramma. Protagonista è Claudio Bisio, nel ruolo dell’avvocato Umberto Maria Dorloni, un uomo in carriera che crede di poter vivere la sua professione sicuro di sè e delle sue chances di carriera; salvo poi scoprire che nell’azienda dove lavora stanno svolgendo dei tagli enormi, e lui rientra tra i dipendenti da sacrificare. Da questo momento il nostro non sa cosa inventarsi per non far trapalera la verita soprattutto sua moglie Carla (Margherita Buy) visto che il matrimonio è in crisi. Fatale si svelerà l’incontro col potente Patrizio Azzesi (Diego Abatantuono), che ben presto proporrà ad Umberto un posto d’oro in uno studio internazione di alto valore, a patto di scendere a compromessi con la legalità.

Sicuramente Patierno non aveva alcuna intenzione di realizzare un prodotto ironico al cento per cento, nonostante i nomi coinvolti. Infatti il film nella seconda parte, purtroppo, prende una svolta melò che cerca di dare un velo di tristezza alla trama per portare il tutto in un contesto più attuale. Ma se l’obiettivo era questo, siamo ben lontani da aver raggiunto il risultato. Innanzitutto Bisio non è all’altezza di tutto ciò, perché, per quanto sia talentuoso, il nostro attore non riesce a reggere i momenti toccanti del film e la regia davvero non da i giusti ritmi, tant’è che la noia regna sovrana, sia nei momenti in cui si dovrebbe ridere che in quelli dove si dovrebbe piangere. Poi mettiamoci anche un carico da dodici per la presenza di un monologo fatto dalla soubrette Jennipher RodriguezSprecata la presenza della Buy, (sempre saggia è un po' triste) mentre Abatantuono mette del suo con un personaggio mefistofelico e abbastanza emblematico che non riesce, però, a risollevare i mediocri risultati del film.
giudizio: *

(Lunedì 3 Febbraio 2014)
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