 Il dolore che fa una vita viva Allacciate le cinture Melodramma più evocato che vissuto
di Roberto Leggio E' una giornata di pioggia. Sotto una pensilina strapiena di gente lui e lei si gridano addosso a causa di una persona di colore. Lui è razzista, un meccanico tatuato un po' gretto, ma molto macho. Lei è una ragazza che sogna in grande ma che lavora come cameriera in un localino nel centro di Lecce. Per assioma e per incrocio di destini, lui sta assieme ad una collega di lei e per questo i due si rincontrano. In un momento di estasi, lei e lui fanno l'amore su una bellissima spiaggia. Tredici anni dopo lui e lei sono sposati. Hanno due figli e vivono dal benessere che proviene da un locale alla moda che lei ha aperto con il suo migliore amico gay. Le cose sembrano infinite, finché lei non scopre di avere il cancro al seno. La bellezza sfiorisce sotto la chemioterapia, la magrezza, i capelli che cadono. Lui pare non accettare una prova così grande e sembra impotente. Un finale contraddittorio e molto “onirico” rimetterà forse a posto le cose.

Il dolore, la malattia è ormai il segno distintivo del cinema di Ferzan Ozpetek. Anche in questo film è necessario mettere in scena la catarsi del corpo per scoprire che la vita è bella e va vissuta in ogni istante. Questa volta però la materia che regge la storia d'amore tra Elena ed Antonio, si sfalda sotto le pieghe di questo ostentato melò sul destino di due vite apparentemente agli antipodi. L'onestà di racconto di Ozpetek però è canalizzata nel mostrare le sfaccettature di un rapporto coagulatosi attorno al sesso (prima) e dai sentimenti (poi). Il resto è la solita solfa di medici, amici, cibo, contraddizioni e voglia di rinascita. Ma forse tanto sguardo interiore (e volendo esteriore) non basta a far decollare una storia che resta sospesa in un limbo di emozioni evocate più che vissute. Così di questo film ricorderemo il bellissimo piano sequenza iniziale dei piedi calzati che si rincorrono sulla strada battuta dalla pioggia e di contro lo spiegone finale in flashback che invece di chiudere la storia la intrica ancora di più senza far capire veramente cosa sia accaduto ad Elena dopo la sua fuga dall'ospedale.
Giudizio: *1/2

(Giovedì 6 Marzo 2014)
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