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Tre donne sospese tra malinconia e passione

Voci di donne lontane

A Roma in occasione dell'8 marzo


di Leila Tavi


Roma. Per la giornata dell’8 marzo la compagnia L’eco dei sanpietrini ha portato in scena nel locale Pagine e caffè la pièce teatrale “Voci di donne Lontane”, il secondo lavoro dopo il goliardico “Roma tra storie, canzoni, vizi e passioni”.
Il progetto nasce da un’idea di Sarah Mataloni, che ha riadattato e intrecciato i testi tra cui, oltre che due pezzi originali scritti da Fabrizio Salsi, è presente il noto monologo di Blanche di Tennesse William, tratto dal testo teatrale del 1947 intitolato “Un tram che si chiama desiderio”.
Lo spettacolo è di breve durata ma molto intenso; i 40 minuti in cui le tre attrici sono in scena tengono incollato lo spettatore alla sedia.
Il cast, tutto al femminile, è accompagnato da musica al pianoforte, da toni accesi e passionali e dalla danza come elemento che unisce, impreziosisce e rende l’insieme armonico e piacevole.
Il fil rouge che tiene unite le tre donne è il ricordo ossessivo dell’amato, anzi dell’amore, che viene vissuto e trasmesso da ciascuna protagonista in maniera molto forte ma decisamente differente l’una dall’altra.
La prima scena vede come protagonista una convincente Lavinia Lalle, che interpreta con sensibilità il testo originale della canzone “Mother Moon” di Giuseppe Giulio, con musiche originali del maestro Francesco Paniccia, eseguite dal vivo durante lo spettacolo. Questo primo monologo è il canto disperato di una sirena, abbandonata e condannata a vivere nell’eco del ricordo di Ulisse…poi le deliziose note al piano e le sinuose movenze della sensuale danzatrice Azzurra Marcianò ci accompagnano per mano alla scoperta della seconda storia: il dolore e la dolce ossessione dell’eterea Blanche Dubois, che Sarah Mataloni trasmette mostrandone il lato delicato e volubile al tempo stesso, donando al personaggio sfumature che variano dalla fragilità alla rabbia e all’esplosione di dolore.
Il percorso si chiude con il monologo della donna di Leadbelly, a cui dà voce la travolgente Stefania Ninetti, che mostra il lato folle e ossessivo dell’amore: l’attrice riesce a rendere reali le sfumature di una pazzia che a volte sfocia nel ricordo malinconico, altre volte mostra lati di accesa passionalità.
Le tre donne sono sempre in scena, a volte parlano tra loro, altre volte rimangono sullo sfondo in attesa, come un quadro di Alma Tadema.
Notevole la sintonia e l’incastro tra le attrici.
È uno spettacolo raffinato, elegante, misurato e ben equilibrato.
La musica è perfettamente dosata, sia in sottofondo che in primo piano, sottolineando i cambiamenti emotivi delle protagoniste; anche la danza è un elemento costantemente presente, di forte impatto, che rende tutto più coinvolgente, anche dal punto di vista emotivo.
Per chi ancora non l’avesse visto, lo spettacolo andrà in scena il 20 marzo prossimo al teatro Arciliuto.



(Martedì 11 Marzo 2014)


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