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Il teatro e la vita vera

I fratelli Karamazov

Realtà da palcoscenico tra le pieghe di un tempo “perduto”


di Roberto Leggio


Polonia, tempo attuale. All'interno di un fabbrica dismessa, una compagnia teatrale Ceca, si riunisce per la prova generale de I fratelli Karamazov, dramma di Dostoevskij, come ultima tappa di teatro alternativo. Alcuni attori non vorrebbero essere li, alti desiderano andarsene, altri ancora hanno dei problemi personali, ma la vera tragedia riguarda un manovale: il giorno prima il figlio è caduto da una passerella è si è rotto la spina dorsale.Tra i resti dei macchinari e vecchissime cianfrusaglie, le prove vanno avanti con impeto squarciando il tempo reale di quei pochi operai rimasti ai margini della performance. Pian piano però gli echi della tragedia dostoevskijana si interfaccia con il dramma del padre che ha appena perso il figlio...


L'arte della rappresentazione è di per sé un buon punto snodo per raccontare la drammaticità della commedia umana. In questo possente film “teatrale” diretto con mano sicura da Petr Zalenka (che non ha fatto altro che riportare al cinema la versione teatrale dei Fratelli Karamazov andata in scena nei posti più impensabili) tutta la caducità e la casualità della vita prende forma attraverso la recitazione degli attori che senza volerlo si confrontano con un dramma latente, ma che purtroppo grava come un macigno su un pubblico dapprima indifferente, poi via via sempre più partecipe. La doppia faccia del testo teatrale è la grande metafora di un film che riproduce la vita stessa, in quanto, mentre sulla scena ci si affanna a trovare una giustificazione ad un parricidio, dall'altra un padre deve fare i conti con il dolore di una morte “inaspettata” ed contronatura. Senza contare che il luogo dell'azione: una vecchia ferriera in via di smaltimento, emblema post-sovietico di una industrializzazione che non è più. La ruggine degli ingranaggi si addensa sulle anime “fittizie” e su quelle pulsanti di rabbia e di frustrazione, amplificando ancora di più un lutto inenarrabile. Ma a dare potenza al tutto è lo straniamento che comporta l'azione, senza contare la forza recitativa di un gruppo di attori (tutti in parte), che rendono giustizia ad un film dimenticato per almeno 6 anni (almeno qui in Italia) uscito grazie all'intraprendenza di una piccola casa di distribuzione (Distribuzione Indipendente) la quale non solo ha fatto i salti mortali per accaparrarsi i diritti ma che con caparbietà e coraggio lo farà uscire in sala in lingua originale (Ceco e Polacco) con i sottotitoli.

Giudizio: **1/2



(Giovedì 27 Marzo 2014)


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