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Ulteriore trilogia per teenagers

Divergent

Fiacca, tediosa ed ininfluente distopia “ribellistica”


di Roberto Leggio


In futuro distopico dopo che una guerra nucleare ha cancellato quasi tutta l'umanità, la razza umana abita in città circondate da una barriera metallica, divisa in cinque caste la cui appartenenza non si da per nascita, ma per attitudini personali una volta raggiunta la maggiore età. I Candidi esercitano la legge, gli Eruditi sono insegnati e ricercatori, gli Abnegati governano, gli Intrepidi proteggono e garantiscono la legge e i Pacifici coltivano la terra per sfamare tutti gli atri. Beatrice Prior, figlia di Abnegati, nel giorno del test attitudinale scopre di essere una Divergente, cioè non affine a nessuna categoria. Il problema però è un altro: l'ordinamento Sociale impone che i Divergenti vengano eliminati in quanto considerati una minaccia per l'ordine costituito. Nascondendo la propria natura, la ragazza sceglie di far parte degli Intrepidi, iniziando un training dove comincerà a capire le crepe e la vera realtà di un sistema perfetto.


Tratto dalla trilogia di Veronica Roth, questo film di Neil Burger è uno scialbo tentativo di riportare in immagini una storia nata già vecchia su carta, Gli echi da Hunger Games si odono tutti (anche lì una ragazza deve “ribellarsi” in un mondo distopico dove la perfezione non è così “appagante come il sistema promette), senza contare la storia d'amore che lega la protagonista al belloccio Intrepido tutto d'un pezzo, che tra l'altro è il suo caposquadra. Il film arranca in situazioni dove l'azione (quella vera) latita in contrasto con lungaggini che riempiono i vari vuoti narrativi. Per eccesso il film prende corpo solo verso il finale, coinvogliandoci però nella visione di una necessaria seconda parte. Più che un prodotto di intrattenimento, un lavoro concepito per allettare il più possibile i giovanissimi lettori che conoscono a menadito le avventure di Beatrice (Tris) e del suo fidanzato combattente. Il problema che film di questo tipo, le nuove trilogie per ragazzi che assediano i cinema (Twilight, Hunger Games), arrivano sul mercato a velocità pazzesca canonizzandosi (ahimè) in vicende che analizzano un “ribellismo antilibertario”, nato forse da una poca fiducia dei giovani nei confronti del futuro. In questo modo il cortocircuito che si viene a creare tra la pagina scritta e quella realizzata sullo schermo è così evidente da vanificare qualsiasi tentativo di concepire un prodotto per tutti.

Giudizio: *




(Giovedì 3 Aprile 2014)


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