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La coscienza umana e l'intelligenza artificiale

Trascendence

Debutto dietro la macchina da presa del direttore della fotografia di Chrispher Nolan


di Roberto Leggio


La coscienza umana e l'intelligenza artificiale. Will Caster (Johnny Depp) è forse il più importante ricercatore nel campo dell'intelligenza artificiale. Il suo sogno è quello di creare una macchina senziente capace di assolvere i pensieri umani combinati con un'intelligenza virtuale e collettiva di tutto ciò che è conosciuto. Per questi suoi controversi esperimenti Caster è il bersaglio ideale di un gruppo di terroristi antitecnologici pronti a tutto. Sopravvissuto ad un attentato, ma destinato a morire poco dopo per essere stato avvelenato con il Polonio, l'uomo, con l'aiuto della sua amata moglie scienziata anch'essa, trascende le sue sinapsi con le schede madri della macchina, fondendo così l'intelligenza artificiale con quella umana. Morto fisicamente, Caster vive nella rete, libero di vagare come un Dio Onnipotente capace di rigenerare la vita con la scienza. Divenuto solo voce, la mente di Will fa costruire una mega struttura ai confini del deserto, con lo scopo di dare inizio ad una “nuova” società totalmente asservita ed interconnessa, e dare una “nuova” possibilità al pianeta destinato alla distruzione. Il suo innegabile “potere” si scontrerà con un virus virtuale. Da li un poi il mondo sarà un po' più “piccolo”, in quanto senza internet le tastiere saranno usate come ferma porte.


Fantatecnologia che sarebbe piaciuta a Micheal Chricton (la sceneggiatura ha molto in comune con il suo romanzo), Trascendence mette in scena l'assennata ricerca del computer perfetto capace di assolvere qualsiasi problema con l'ambiguo dilemma di poter sostituirsi alla mente umana. Ed infatti il quid della pellicola è proprio quella di porre delle domande etiche sulle sue innegabili applicazioni. Il debuttante (si fa per dire) Wally Pfister, direttore della fotografia dei più grandi successi di Christhoper Nolan, da vita ad un'ambiziosa opera etico-intellettuale che però non disvela le molte domande che la trama contiene. Gli aspetti etici infatti vengono tenuti in superficie, cercando di assolverli attraverso la voce suadente in perenne “evoluzione” di uno scienziato diventato tutt'uno con una macchina dalle potenzialità illimitate. Da qui l'ambiguità di un'opera che, sebbene mostri la maestosità di una tecnologia capace di sanare il mondo, dall'altra ci mette in guardia da cosa siano capaci di produrre le fobie umane. Alla fine la commistione uomo/macchina (soprattutto se sappiamo che sia capace di emozioni) è si rilevante, ma evita di cadere nelle facili maglie di un catastrofico di fantascienza tradizionale. Senza contare che su tutto si agita il “cuore” pulsante di un amore immortale (tra il genio visionario e la propria moglie), sintesi perfetta di ciò che rappresenta l'evoluzione umana e quella scientifica.

Giudizio: **1/2



Codice di incorporamento



(Giovedì 17 Aprile 2014)


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