 Racconto della follia che si nasconde nel buio della notte metropolitana. Sette pezzi di carne Fino al 4 maggio al teatro dei Conciatori di Roma
di Sarah Mataloni  L'autore e regista Riccardo Reim, torna a raccontare attraverso le storie di sette personaggi "border line", la follia che si nasconde nel buio della notte metropolitana. L'interpretazione del mondo notturno è nelle voci di Valentina Ardinzone, Letizia Barone Ricciardelli, Emanuela Cacciaguerra, Danilo Celli, Chiara Di Pietro, Federica Lamedica e Maria Santirocco e con le musiche originali di Raffaele Nicolì.
Lo spettacolo, portato in scena nel 2012 alla Galleria degli Zingari, viene riproposto in nuova edizione, che prevede la disposizione del pubblico nel medesimo spazio degli attori, in una sorta di coinvolgimento diretto che annulla la distanza tra spettatore e palco. L'umanità grottesca che emerge a tratti dai racconti, dai segreti, dalle ossessioni di ciascun personaggio, è al di fuori di ogni senso morale e controllo: ogni voce della notte è testimone, a suo modo, di un atroce delitto, e a brandelli racconta ciò che ha visto e che può testimoniare. Esiste un sottile filo che lega le vite dei sette protagonisti, che agiscono sul palco a tratti come voci singole, a tratti partecipando alla follia degli altri.
Molto convincenti le interpretazioni degli attori, a partire dalla gestualità, dalle frasi ripetute come un inquietante e tormentata ossessione (canta Libeccia, canta, " l'orgoglio sta tutto nei miei capelli", "io pago passeggiando") che attanaglia lo spettatore lasciandolo in uno stato di sospensione e di ansia continua. I monologhi dei protagonisti (intervallati da cori che suonano come inquietanti filastrocche) sono in versi, elemento che allontana la distorta"testimonianza" del delitto dalla pura cronaca, creando nello spettatore un senso di estraneità e di sano distacco. Si avverte, infatti, una sottile distanza che separa il mondo "comune" da una realtà segreta che sembra lontana e si può solo intuire, ascoltare, carpendo frammenti di un'esistenza distante e parallela. Molto Azzeccata la scelta della semplicità scenografica, in uno spazio senza definizione in cui il palco è pieno dei tormenti dei sette protagonisti, e non serve molto altro; la scena è infatti animata dai sette attori (molto bravi e giovanissimi) i quali, raccontandosi, permettono allo spettatore di intuire frammenti di vita e allo stesso tempo, di guardare questo mondo saturnino da lontano, senza entrarci in contatto realmente.
Uno spettacolo che tra ossessioni, follie, e attimi di lucidità, non lascia spazio alla noia: si abbandona la sala con un senso di sottile inquietudine dovuta al tormento e ai segreti di un mondo che in fondo è incontrollabile, non conoscibile e tale rimane nella mente dello spettatore. Da vedere.
(Mercoledì 23 Aprile 2014)
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