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Il “dinosauro” più famoso del cinema riporta armonia e equilibrio sul nostro pianeta violentato

Godzilla

Gareth Edwards amplifica la sua visione sui “mostri”


di Roberto Leggio


Godzilla contro i mostri. Nel 1954 gli americani praticarono dei test nucleari nell'Oceano pacifico. Nel 1999 in una cittadina giapponese sorta nei pressi di una enorme centrale nucleare qualcosa dal sottosuolo causa scosse sismiche provocando un devastante incidente. Oggi, 15 anni dopo, lo scienziato che in quel disastro perse la moglie, non si da pace e torna sul luogo del misfatto per fare luce sulle vere ragioni della catastrofe nascoste dalle versioni ufficiali. Assieme al figlio (militare di carriera e artificiere) scopre che un'entità mostruosa è stata risvegliata sessanta anni prima e vaga nelle profondità marine (prima) e sulla terraferma (poi) alla ricerca di due mostri M.U.T.O., risaliti in superficie per riprodursi e cancellare presumibilmente la razza umana. La battaglia finale avverrà a San Francisco dove il Re dei Mostri, il dinosauro (ma qualcosa di più), si scontrerà con i mostri affamati di plutonio e uranio portando ordine ed equilibrio nei danni “collaterali” creati dall'uomo.


Tutto quello che sapete e vorreste sapere su Godzilla è concentrato in questo film dal sapore “antico”, ma molto molto appetitoso per i tempi attuali. Il rettile, il mostro per eccellenza della cinematografia giapponese, trasla in ordine di tempo agli Stati Uniti, grazie a Gareth Edwards, amante della fantascienza di Ishiro Honda, che sull'emozione (e l'indignazione) del bombardamento atomico americano sul suo paese, si inventò il dinosauro come monito al proliferare delle armi di distruzione di massa. Sessant'anni dopo (e molti seguiti e variazioni), Godzilla è ancora in campo, ma questa volta non porta distruzione contro chi lo riportò in vita, questa volta combatte per riportare equilibrio e armonia nella natura violentata dall'uomo. Un eroe buono che è quasi l'assioma di quei monsters venuti dallo spazio e proliferatisi sulla Terra che lo stesso regista portò sul grande schermo qualche anno fa facendo innamorare la critica spalancandogli le porte di Hollywood. Anche qui il contesto è ambientalista (i M.U.T.O. vogliono sopravvivere ad ogni costo duplicandosi all'infinito) e la metafora è quindi evidente. L'uomo deve accollarsi le colpe di aver modificato (per sete di potere, per questioni espansionistiche) il pianeta su cui vive, unico animale capace di sovvertire e modificare egoisticamente le rigide leggi della natura. Così Godzilla, il mostro riparatore di danni senzienti, muovendosi in scene notturne da antologia è protagonista assoluto, che si mostra perfino meglio (grazie al 3D) dei suoi comprimari attori umani, quasi tutti un po' inespressivi e svogliati nei propri ruoli. Probabilmente una scelta registica non da poco, ma che regala un film di “mostri” non propriamente riuscito, ma capace di divertire e far riflettere sull'inadeguatezza umana di vivere sul proprio pianeta natale.

Giudizio: **1/2



(Sabato 17 Maggio 2014)


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