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Autoanalisi di una bambina con genitori divisi

Incompresa

Alla ricerca di comprensione e amore


di Roberto Leggio


Prima o poi un autore si scontra con i propri ricordi. Che non è detto sia del tutto felici. Facendo tesoro di un'adolescenza vissuta tra due genitori di cinema, Asia Argento, si cimenta in un film da sapore autobiografico, quasi a scacciare dei demoni che l'assillano da tutta la vita. Incompresa è già dal titolo e nella fattura, una sorta di autoanalisi di una ragazzina che patisce le pene della crescita, in un mondo a lei alieno (alienante?) nel quale lei non riesce a trovare un proprio centro interiore, venendo sempre a confronto con eventi mortificanti. Storia vissuta? Probabilmente si, dato che la protagonista del film di chiama Aria vive negli anni '80 ed è figlia di un attore famoso e una acclamata pianista, entrambi sull'orlo di una crisi di nervi, in perenne litigio tra loro. Quando i due si separano, lei inizia a vagare da una casa all'altra, finendo sempre per essere cacciata a male parole. Decisa a salvaguardare la propria innocenza, Aria fugge dalle urla e da tutti quelli che non la comprendono, attraversando la città con una sacca ed il suo amato gatto nero. Sfiorando l'abisso e la tragedia della sua infanzia allo sbando, la ragazzina vagherà nel “mondo”alla ricerca di un po' comprensione e di amore compatto e dolce.


Autobiografia a parte (anche se ci sono molti incroci esistenziali), Asia Argento, che negli anni '80 aveva solo una decina di anni, si ritrova a raccontare in filigrana il proprio vissuto e i dilemmi dei propri genitori, amorevoli si, ma “volutamente” troppo attori del proprio mestiere. Così i ricordi, diventano sullo schermo un modo per analizzare il proprio passato di figlia d'arte, con molti problemi esistenziali. Detto questo (probabilmente con molte riserve) il film mostra la ricerca di un vero centro di una bambina che vorrebbe essere tale ed invece si trova a scontrarsi con i problemi famigliari ed esistenziali, che se da una parte straziano, dall'altra aiutano a trovare un proprio equilibrio. Così il vagare in una città “aliena” diventa la metafora del viaggio interiore di una eroina che diventa tale trovandosi a frequentare “creature della notte” che le daranno sicurezza ed affetto. L'effetto è di vero deja-vu, in quanto la ribelle Asia, dev'essere stata circondata davvero da milioni di sigarette, alcol, droghe (i suoi genitori Dario Argento e l'attrice Daria Nicolodi vennero incarcerati per possesso di hashish quando lei aveva 9 anni), che sullo schermo fanno da sfondo ad una “favola nera” di una infanzia caotica e disordinata. Ne resta un film diretto con il cuore, ma troppo poco di testa, in quanto il sentimento che ha spinto la mano a rendere filmico una storia presumibilmente vera, non riesce a trovare un vero centro; sempre sospeso tra lo spleen esistenziale e viaggio formativo. Ciò non toglie le buone intenzioni della regista (che pantografando Incompreso di Luigi Comencini), mette in scena uno dei suoi film più riusciti capace di penetrare nelle maglie dei disagi esistenziali di figli sballottati a destra e sinistra da genitori divisi e forse inadatti nei loro rispettivi ruoli.

Giudizio: **1/2



(Giovedì 5 Giugno 2014)


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