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Cinefumetto d'autore

Sin City – Una donna per cui uccidere

Nove anni per riannodare i nodi della città del peccato


di Roberto Leggio


Caffé noir nero bollente. Con teste mozzate, però. Dieci anni fa si parlò di Sin City come qualcosa totalmente nuovo da restare attaccato alle pupille per sempre. Graphic Novel con attori in carne ed ossa, nero perenne e macchie di colore (spesso rosso) per accelerare il battito cardiaco. Poi fumo, donne belle e pericolose, energumeni armati, lampi, pioggia e città decadente. Oggi quel “qualcosa” è cambiato. In 3D (forse ininfluente per una vicenda bidimensionale di fumetto d'autore) qui usato per dare più profondità ai personaggi e agli sfondi. Come l'ambientazione che è materia animale, quasi fisica per le vicende d'amore, di sangue e di vendetta nella città de peccato. Inizio, fine e raccordi si snodano dal Kadie's Bar, luogo di maledizione e perdizione, dove si incrociano destini di sei personaggi in cerca di vendetta. Nancy (Jessica Alba) fa la spogliarellista dopo che la sua vita è deflagrata con la morte del suo amato Hartigan (Bruce Willis). Guardando il marciume che la circonda è desiderosa di vendicare quella morte con l'aiuto dell'omaccione Marv (Mickey Rourke). Il giovane giocatore d'azzardo Johnny (Joseph Gordon-Levitt), sfida e vince il perfido senatore Roark (Powers Boothe), non sapendo che le carte hanno però deciso il suo destino. E poi c 'è Dwight (Josh Brolin) che proprio al Kadie's rincontra Ava, femme fatale che anni prima gli aveva stracciato il cuore e che adesso gli chiede di aiutarla a sbarazzarsi delle violenze del marito milionario. Per amore, per i soldi e per una irresistibile attrazione sessuale Dwight accetta. Ma Ava è davvero una donna per cui uccidere?


Benvenuti in un film di sporche atmosfere noir-dark, dove gli inchiostri di Frank Miller si mescolano con le facce (vere, truccate, goffe) dei protagonisti in carne e sangue di Robert Rodriguez. Sin City 2, non si discosta molto da primo episodio, ma ne guadagna in perfezione, grazie anche a degli accorgimenti scenici e grafici impossibili nove anni fa. Il post modernismo di un'opera che ricalca l'epoca che fece grande l'hard boiled letterario, si aggrada in un ipermoderno fumettone dove il male(ssere) di tutti i personaggi diventa volano di una ipotetica realtà in cerca di riscatto. Film cinico e ipebolico, con tante sparatorie, corse in auto, morti (e sepolti), frecce, spade e sensualità evidente in lucido cuoio, che mettono in scena attori tutti in parte. Anche se non tutti gli episodi siano di grande effetto, resta il senso stroboscopico di luce ed ombre sulla vicenda cardine della femme fatale (Eva Green sensualissima, fatale, carnale e malvagia) burattinaia di un gioco che finirà al massacro. Rodriguez, avvezzo di pulp fiction di genere, dimostra ancora una volta di essere il lume tutelare delle sue opere, capace come il solito di dirigere, montare e scrivere, tutto da solo senza essere dipendente della Hollywood che conta. Se avete amato il primo film amerete anche questo. Tanto il sudicio a Sin City ha ancora qualcosa da raccontare. In bianco e nero, ovviamente.

Giudizio: ***



(Venerdì 3 Ottobre 2014)


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