 Valgono più le immagini o le parole scritte? Words and Pictures La dicotomia dell'arte
di Roberto Leggio In arte nessuno può sentirsi “urlare”. Jack Marcus è un insegnate d'inglese un tempo scrittore di successo, ora dedito più alla bottiglia che alla penna. Dina Delsanto, è una pittrice astrattista, molto cerebrale, che a causa di una grave forma di artrite reumatoide è costretta a insegnare arte nello stesso campus di Marcus. Lui, convinto che la parola sia più potente delle immagini viscerali di un quadro, escogita una guerra “intellettuale” con Dina, certo che le parole abbiamo un significato più profondo rispetto all'arte figurativa. Dina, donna caparbia e pronta a dare battaglia, accetta e assieme ai suoi studenti d'arte inizia la sfida con Marcus e i suoi allievi. La guerra comincia. In ogni caso in gioco, oltre alle motivazioni intellettuali, ci sono anche i sentimenti nascosti che entrambi provano l'uno per l'altra.

E' originale l'idea mettere a confronto parole ed immagini, per dare un senso alle sensazioni che entrambe possono scaturire dall'animo umano. La parola scritta, se usata con dovizia, può creare poesia, immaginazione, strutturare un discorso di testa o di pancia, mettere a nudo il proprio intimo e scavare anche nel cuore degli altri. La pittura (in questo caso le immagini), con i suoi colori, le sue pennellate, il suo essere impresso su tela, è invece immediata, viscerale, interiore. Una dicotomia, in campo artistico che volendo non può trovare un punto d'incontro, in quanto, sebbene nascano entrambe dall'intelletto, sono di per sé, inconciliabili. La struttura del film con Clive Owen (l'insegnate di letteratura) e Juliette Binoche (la maestra di pittura), è in fondo trovare una chiave di volta a questa “divisione” di intenti artistici, ma si perde blandamente in una trama sentimentale, verbosa e un po' melensa. Fred Schepisi (regista di Sei Gradi di Separazione), utilizza i due personaggi principali con l'intento di farli cadere nella rete di una sfida “impossibile” , mascherando l'idea iniziale per un lungo flirt in cui i due si beccano, si amano, si tradiscono (intellettualmente), si ricompongono e alla fine si incontrano. Parole e Pittura, parole e colori, un po' come la vita di tutti i giorni dei due “artisti” del loro campo (bravi ad esporre i propri difetti), i quali devono fare i conti con i propri dolori interiori ed esteriori, cercando magari un punto d'incontro. Anche perché il dolore psichico e quello fisico sono le vere, personalissime lotte, che i due portano avanti più che la “gara” intellettuale in cui si sono lanciati. Di per sé il film prende spunto da una teoria nata in concomitanza con la pubblicità applicata all'editoria: cioè spiegare come una immagine possa raccontare più di mille parole. Ed in parte ci riesce. Che in una sfida altamente “cerebrale” è davvero ben poco.
Giudizio **

(Domenica 16 Novembre 2014)
Home Recensioni  |