 Dalla sedia di Lillà alle stelle La teoria del tutto L'amore è la forza dell'universo
di Roberto Leggio Un piccolo uomo dietro il mistero dell'Universo. 1963, Università di Cambridge. Stephen Hawking è un promettente studente di Cosmologia, con il pallino per l'astrofisica, che egli considera “religione per atei intelligenti”. La sua ossessione è però la relazione tra spazio e tempo. Ad una festa universitaria conosce Jane, bella ragazza laureanda in Lettere che insegue la specializzazione in Francese e Spagnolo. I due si piacciono da subito, merito anche della luce riflessa sugli abiti lavati con il detersivo Tide, diventando inseparabili. Quando egli scopre di avere una malattia degenerativa che gli concede solo due anni di vita, i due si sposano certi che l'amore possa superare qualsiasi logica e teoria. Laureatisi con ottimi voti, debilitato nel fisico e non nella mente, l'uomo continua i suoi studi fino ad elaborare la teoria rivoluzionaria che spiega il mondo e tutte le forze che tengono assieme l'universo.

La vita Stephen Hawking, scienziato oggi settantaduenne tra i più eccelsi viventi, raccontato nella sua sfera intima e personale. E' una scelta azzeccata (anche un po' azzardata) che elude quello accademico ed intellettuale, per focalizzarsi sulla “materia” di una esistenza in decadimento che non rinuncia a studiare il cosmo, il tempo ed i suoi misteri, ma anche e soprattutto l'amore per la moglie e i figli. Ed è proprio su questa dicotomia parallela che si sviluppa il biopic di James Marsh, autoriale regista di corpi “sospesi nello spazio”, che trova un respiro più ampio in una storia convenzionale ma eccezionale. La contrapposizione di piani di lettura sono il motore di questo film, che esplora le dinamiche di un amore “assoluto” (almeno fino ad un certo punto), capaci perfino di superare le diverse convinzioni ideologiche di entrambi: lui è un ateo convinto che non ci possa essere Dio dietro la nascita dell'Universo, al contrario di lei che invece è profondamente certa dell'esistenza di una “mente” superiore. In ogni caso è sempre la verità dimostrabile ad avere la meglio. Un film che scava forse un po' troppo nei sentimenti per essere quel capolavoro a cui tutti (anche grazie ai Golden Globes vinti di recente) si appellano. In ogni caso è proprio l'interpretazione degli attori (Eddie Redamaine, bravo a rendere tutta la dolcezza e la caparbietà di un uomo condannato su una sedia rotelle; Feliciy Jones, eccezionale come moglie dalla forza incrollabile) a rendere giustizia ad un'opera che mostra come la mente umana (e la volontà di spiegare l'Universo) sia capace di vincere contro ogni avversità.
Giudizio **1/2

(Giovedì 15 Gennaio 2015)
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