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Sorprende tra atmosfere kafkiane e riferimenti brechtiani.

Natale a Casa Cupiello

Visto al Teatro Argentina di Roma


di Sarah Mataloni


Natale in casa Cupiello, per la regia di Latella, al teatro Argentina di Roma, è un lavoro complesso pieno di metafore, richiami teatrali e musicali, che evocano molto poco lo spirito del tradizionale De Filippo: evidenti riferimenti brechtiani, atmosfere kafkiane, trovate sceniche originali, rendono “Natale in Casa Cupiello di Latella” una vera e propria “riscrittura di Eduardo.
Geniale, per alcuni versi, inopportuna per altri.
Lo spettacolo si compone di tre atti, slegati tra di loro per stile, contenuto, recitazione dei personaggi.
La prima parte vede i protagonisti di fronte al pubblico, e su di loro, incombe, funesta, una stella cometa, foriera di sventure: gli attori sono fermi, vestiti di nero, eccetto Luca –vestito di bianco-(Francesco Manetti), intento a declamare e a scrivere nell'aria il copione, comprese le note di regia e le didascalie.
L’atmosfera è cupa, inquietante (in tutti e tre gli atti) e fino a questo momento c’è poco di azzardato rispetto al copione tradizionale.
Dal secondo atto in poi, è una continua ricerca di “effetti speciali” volti a voler stupire, a tutti i costi : l’enorme e scenico carro (di brechtiana memoria ) trascinato a forza dalla mamma e moglie di Luca, vero cardine della famiglia, si contrappone al caos continuo e irrefrenabile degli altri, che sembrano muoversi come schegge impazzite sul palco (simboli del caos che regna nei rapporti familiari).
Rimane isolato da questa nevrosi di relazioni umane Luca, (Francesco Manetti) chiuso in una teca sul carro funebre, e “ossessionato sempre più dall’idea del suo presepe, da costruire ad ogni costo, ogni vigilia di Natale.





La scena, esteticamente parlando, colpisce molto, per i costumi, per la nevrosi e l’ansia comunicata dai protagonisti, e per gli animali “feticci” trascinati violentemente da ciascun personaggio in scena (polli tacchini, maiali), che poi finiranno nel carro trascinato dalla mamma.
Tuttavia, l’energia sprigionata dagli attori, confonde e non comunica in maniera diretta il messaggio: la disgregazione familiare arriva per simboli, per immagini, e non nell’immediato.
Il secondo atto, prepara la scena finale, probabilmente la più sorprendente e azzardata di tutto lo spettacolo: Luca è nudo nella culla, attorniato da donne velate di nero e in un’atmosfera sempre più cupa, prende vita l’epilogo costruito come un’opera lirica.
Gli attori , si scambiano le battute di Natale in casa Cupiello cantandole, alternandole ad accenni d’arie del Barbiere di Siviglia.
Buona l’idea dell’Opera e scenografici i costumi, tuttavia nel finale, stride la scelta (registica) del parricidio, quasi a voler simboleggiare la necessità di recidere il legame carnale per ricominciare e rigenerare nuova vita.
I ruoli sono invertiti: Luca Cupiello è l’indifeso, e “il potere” passa nelle mani del figlio: il “salto generazionale”, viene sancito dal soffocamento con un cuscino di foglie morte.
Scelta interessante,(da un punto di vista metaforico e concettuale) ma azzardata.
La riscrittura di Latella, indubbiamente non vuole essere fedele all’originale, “buonista “ o delicata ma incisiva, dirompente, forte: questo aspetto riesce perfettamente, e il pubblico rimane stupito di fronte a trovate tanto “dirompenti”.
Questa versione di Natale in casa Cupiello è’ uno spettacolo in cui prevale l’idea, il simbolo, la metafora dei rapporti familiari e della disgregazione” Tutti sono schiavi di un dedalo di aspettative scontate, immobili come i personaggi del presepe ma non ci sono nascite in vista.”
Tuttavia, l’originalità di alcune scelte, per quanto rispettabile, non rispecchia profondamente lo spirito del tradizionale Eduardo, e il pubblico, rimanendo spesso spiazzato, non coglie perfettamente i motivi di un tale stravolgimento.
E' un rischio che bisogna saper accettare quando si sceglie di cimentarsi con un testo così "tradizionale" e così caro alla memoria degli spettatori.
Eccezionali gli attori, tra i quali spicca Monica Piseddu ( che interpreta Concetta).



(Lunedì 19 Gennaio 2015)


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